(Rinnovabili.it) – Dopo il successo riscosso con le prime “case stampate in 3D” ed il moltiplicarsi delle piattaforme web dedicate alla scelta dei materiali edili più efficienti, ecco che anche l’architettura diventa open source, con Papaerhouses.
Paperhouses nasce sulla scia del celebre start up Wikihouse, per rivoluzionare completamente il rapporto tra i progettisti ed i committenti, mettendo a disposizione gratuitamente online i migliori progetti di greenbuilding e bioarchitetture.
Paperhouses si muove secondo le stesse regole di moltissimi altri programmi open source disponibili in rete: basta registrarsi alla piattaforma per accedere alla libreria dei progetti selezionati, scegliere la casa che più ci aggrada ed avviare il download di tutti i dati necessari alla sua costruzioni con tanto di render.
La differenza tra Paperhouses e i suoi concorrenti nascenti è la scelta dei progettisti, selezionati tra gli architetti di fama mondiale che si sono dimostrati disponibili a “donare” gratuitamente un progetto ad hoc per inserirlo nella banca dati del portale.
Fondata da Joana Pacheco, Paperhouses punta a mettere l’architettura a disposizione di chiunque, per consentire anche ai meno abbienti di avere accesso ad un progetto ecoefficiente e di qualità, lasciando ai futuri proprietari la possibilità di definire i dettagli costruttivi in base alle esigenze, al clima, al numero dei componenti della famiglia, ecc..
Tuttavia la totale gratuità dell’operazione non ha mancato di sollevare qualche perplessità da parte dei progettisti “comuni”, che ancora una volta si sono visti mettere da parte dalle archistar di fama mondiale.