Grazie allo studio delle spore batteriche un team di ricercatori della Columbia University ha realizzato due dispositivi in grado di funzionare con i cambiamenti di umidità dell'aria
(Rinnovabili.it) – Una forza invisibile ma immensamente potente riesce a portare l’acqua dalla terra fino alla cima della sequoia più alta. Eppure, nonostante ciò riuscire a sfruttare il fenomeno dell’evaporazione per rendere dispositivi energeticamente autosufficienti o produrre elettricità è stato fino a ieri poco più di un sogno nel cassetto. Ora qualcosa è finalmente cambiato. Un team della Columbia University ha pubblicato il proprio lavoro sull’ultimo numero di Nature Communications, dove spiega come è riuscito ad ottenere energie pulita dall’evaporazione dell’acqua. “Si tratta di una forza fondamentale della natura”, ha commentato Ozgur Sahin, professore associato di scienze biologiche e della fisica alla Columbia University e autore della pubblicazione. “E’ presente in tutto il mondo ed è più potente di altre forze come il vento e le onde”.
Due prototipi per ottenere energia pulita dall’evaporazione dell’acqua
Il lavoro è partito da un’evidenza: l’anno scorso, Sahin ha scoperto che quando le spore batteriche si restringono e si gonfiano in relazione al cambiamento di umidità, possono spingere e tirare altri oggetti con forza. In pratica riescono a immagazzinare più energia, a parità di peso, rispetto ad altri materiali utilizzati in ingegneria per oggetti in movimento. Basandosi ciò, il ricercatore e i suoi colleghi hanno realizzato due dispositivi reali in grado di funzionare con l’energia dell’evaporazione: uno dotato di un motore a pistoni e l’altro di un motore rotativo. Nel dettaglio per realizzare il “motore a pistoni” i ricercatori hanno per prima cosa incollato spore ad entrambi i lati di un sottile nastro biadesivo in plastica (simile per intenderci a quello delle musicassette), creando una linea tratteggiata di spore e lacune, alternate sui due lati. Il risultato è che, quando l’aria è secca, il nastro si ritira piegandosi come una fisarmonica, mentre con l’umidità si distende, eseguendo il lavoro come un muscolo. Tanti di questi nastri posizionati in fila e accoppiati ad un piccolo generatore ha permesso di accendere una lampadina. Piccolo risultato, ma la strada è aperta.