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ONU: l’UE non garantisce l’accesso alla giustizia ambientale

Secondo l’Unece, l'Unione europea starebbe violando la Convenzione di Aarhus, che garantisce l’accesso alle informazioni, la partecipazione del pubblico ai processi decisionali

ONU: l'UE non garantisce l'accesso alla giustizia ambientale

 

(Rinnovabili.it) – L’Unione europea deve rimuovere gli ostacoli che oggi impediscono a individui e gruppi di attivisti di accedere alla giustizia ambientale. Questa la richiesta che arriva a gran voce oggi da 15 ONG attive su clima e ambiente, tra cui ClientEarth, Greenpeace, Climate Action Network e Amici della Terra. Il gruppo fa fronte unico per chiedere oggi alla Commissione europea di rimetter mano al Regolamento con cui avrebbe, almeno in teoria, attuato la celebre Convenzione di Aarhus.

 

Sottoscritta nel 1998 sotto l’egida dell’UNECE (Comitato Economico per l’Europa delle Nazioni Unite), la Convenzione vincola i suoi firmatari a riconoscere il “diritto di ogni persona ad accedere alle informazioni, al processo decisionale e alla giustizia con riferimento alle materie ambientali.”

Ma la sua applicazione in Europa sta ostacolando tale diritto, anziché supportarlo. E a dirlo non solo gli attivisti, ma la stessa UNECE. In una raccomandazione adottata lo scorso 17 marzo, il Comitato accusa l’UE di non esser riuscita a rispettare la Convenzione, di cui è firmataria.

Qual è il problema? Un’interpretazione troppo selettiva della Convenzione da parte di Bruxelles. Di conseguenza il regolamento di Aarhus del blocco non consente azioni legali contro le decisioni di “portata generale”. Il che rende più difficile, per non dire impossibile, opporsi a iniziative che potrebbero interessare un numero elevato di organizzazioni o imprese.

 

Il provvedimento dell’UNECE non è vincolante, ma è quantomeno imbarazzante per un’Unione che per molto tempo ha fatto della democrazia e della lotta ambientale, indiscutibili vessilli. Per gli avvocati ambientalisti di ClientEarth e le altre associazioni si tratta comunque di “una grande vittoria”. “L’UE  – commenta l’avvocato Anaïs Berthier – ha firmato la convenzione delle Nazioni Unite nel 1998” promettendo “ai cittadini le informazioni e l’accesso alla giustizia di cui hanno bisogno per far rispettare il diritto ambientale. Ma a nessun individuo o ONG è mai stato permesso di sfidare le istituzioni europee dinanzi alla Corte di giustizia. Questa è la prova di un forte e persistente deficit democratico nell’UE”.

 

A settembre di quest’anno è prevista una riunione dei firmatari della Convenzione di Aarhus, compresa l’Unione europea. Le conclusioni del comitato saranno discusse e le ONG fanno appello all’esecutivo affinché riesca a “cogliere questa opportunità per aumentare la legittimità delle istituzioni europee e ridurre il divario tra i decisori e cittadini”.