(Rinnovabili.it) – Può essere il 2017 considerato l’anno dell’auto elettrica? Se non nei fatti, di sicuro nelle intenzioni. Mai come in questo periodo, infatti, l’Automotive mondiale ha sventolato il vessillo dell’elettromobilità in ogni piano o progetto per il futuro prossimo.
Reduce da un gigantesco scandalo emissioni – che in un modo o nell’altro ha riguardato tutti i big del comparto – il mercato dell’auto promette oggi la svolta ecologica. Quella definitiva, per intenderci.
Ha dato il via ai giochi la Volvo lo scorso luglio (leggi anche La svolta della Volvo: dal 2019 solo auto elettriche e ibride), ma è stato il Salone di Francoforte a fare da contenitore alla vera e propria sterzata verso l’e-mobility. E dopo le roboanti promesse della Jaguar Land Rover e poi del gruppo Volkswagen “Investiremo entro il 2030 più di 20 miliardi nell’industrializzazione dell’elettromobilità”, arrivano quelle di Nissan-Renault: il colosso, divenuto nel 2017 il più grande produttore mondiale di automobili, ha annunciato di voler accelerare la costruzione di e-car. Per questo ha promesso 12 nuovi modelli entro il 2022 e l’impegno a portare il segmento elettrico al 30% della sua produzione complessiva.
L’annuncio fa parte del nuovo piano industriale, ribattezzato “Alliance 2022“, in cui è inserita anche la Mitsubishi (il gruppo ha ne acquisito da poco una quota del 34 per cento) e che mira a fornire un nuovo impulso a vendite e ricavi, riducendo nel contempo i costi di produzione. Il segreto del successo è la realizzazione di piattaforme comuni dove la Renault-Nissan e Mitsubishi combineranno le rispettive conoscenze e lo sviluppo ingegneristico. I risultati attesi? La collaborazione fra brand dovrebbe permettere di aumentare il volume di vendita fino a 14 milioni di veicoli e ricavi per 240 miliardi di euro. .
Sotto l’alleanza, le società cercheranno di concentrarsi sulla riduzione dei costi delle batterie per l’auto elettrica – un meno 30 per cento circa, aumentare l’autonomia a oltre 600 km e diminuire il tempo di ricarica. Parallelamente il gruppo si dedicherà allo sviluppo di 40 nuovi veicoli con differenti livelli di tecnologia autonoma, partendo dal monitoraggio umano parziale e finendo con un’automobile senza conducente che percorrere anche le autostrade.