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Dalla muffa del pane nuovi materiali per batterie più green

Le batterie ricaricabili potrebbero affidarsi al lavoro di alcuni miceti per ottenere materiali elettrochimici più sostenibili

Dalla muffa del pane nuovi materiali per batterie più green

 

(Rinnovabili.it) – Anche il pane stantio può dare una mano alla ricerca internazionale sull’energy storage. Un gruppo di ricercatori dell’Università di Dundee in Scozia, hanno scoperto che i miceti responsabili della muffa rossa del pane potrebbero essere la chiave per produzione di materiali elettrochimici più sostenibili. Nel lavoro pubblicato sulla rivista Current Biology il 17 marzo 2016, gli scienziati mostrano per la prima volta come il fungo Neurospora crassa sia in grado di trasformare il manganese in un composto minerale con ottime proprietà elettrochimiche.

 

“Abbiamo prodotto dei materiali attivi utilizzando un processo di biomineralizzazione fungina del manganese “, spiega Geoffrey Gadd, uno degli autori della ricerca. “Le proprietà elettrochimiche del composto sono state testate in un supercondensatore e in una batteria agli ioni di litio, dimostrando ottime performance”.

Gadd e colleghi hanno studiato a lungo la capacità di funghi di trasformare metalli e minerali in maniera nuova ed utile. In progetti precedenti, ad esempio, sono stati in grado di dimostrare che i miceti possono stabilizzare il piombo tossico e l’uranio. Questo ha portato il team a chiedersi se questi microorganismi potessero offrire una strategia alternativa utile per la preparazione di nuovi materiali elettrochimici.

 

La “ricetta” scozzese prevede di incubare il N. crassa in un mezzo colturale modificato con urea e cloruro di manganese (MnCl2) e, semplicemente, aspettare. I ricercatori hanno scoperto così una lunga ramificazione di filamenti fungini (o ife) biomineralizzati e / o avvolti da minerali in varie formazioni. Dopo il trattamento termico, si è ottenuto una miscela di biomassa carbonizzata e ossidi di manganese. “Siamo rimasti sorpresi che il preparato biomassa-ossido di manganese funzionasse così bene”, afferma Gadd. In confronto ad altri ossidi di manganese impiegati nelle batterie agli ioni di litio, il composto scozzese “ha mostrato una eccellente stabilità nei cicli di carica/scarica mantenuta al 90% anche dopo 200 cicli”. E la ricerca è solo all’inizio.