Si chiama Urban Death Project, il progetto urbano che permette di trasformare i corpi dei defunti in fertile compost da giardino e che ha già ricevuto un finanziamento di $80.000
(Rinnovabili.it) – Lo sapevi che ogni anno più di 4 milioni di ettari di alberi vengono tagliati solo negli Usa per il settore funerario? E se anziché essere sepolto in una bara angusta e poco ecofriendly diventassi compost da giardino?
Non si tratta dell’ultima folle trovata pubblicitaria, ma di un vero e proprio progetto che da tre anni sta lavorando per individuare un’alternativa più verde al settore funerario. Nonostante la morte sia un passaggio assolutamente naturale, il processo di sepolture non lo è affatto. Ogni anno tonnellate di acciaio, migliaia di alberi e decine di litri di formaldeide vengono utilizzati per dare “degna” sepoltura ai defunti trasformando la morte in un business con un’altissima impronta di carbonio.
Pere rendere questo mondo più sostenibile e decisamente più naturale, la progettista designer Katrina Spade ha fondato l’Urban Death Project, un progetto che permetterebbe di trasformare i corpi dei defunti in compost che possa poi essere riutilizzato dalle aziende agricole o per i giardini pubblici. Per farlo la Spade immagina di costruire una “compostiera gigante” per ciascun quartiere sottoforma di un edificio di 3 piani, destinato anche ai riti funebri.
Il processo di compostaggio sarebbe dei più tradizionali: il corpo del defunto viene inserito nella parte superiore del nucleo dell’edificio e ricoperto di trucioli di legno e segatura, a questo punto l’attività microbica e la decomposizione aerobica avviano il processo di decomposizione che, dopo circa un mese, trasformerebbe il corpo in un fertile e sostenibile compost.
Una volta terminato questo processo, il ricco fertilizzante andrebbe a finire in un apposito “boschetto” esterno all’edificio, dove i familiari o le persone della comunità avrebbero la possibilità di prenderne una parte ed utilizzarlo per i propri giardini.
“Anche dopo la nostra morte, l’impronta di carbonio di ciascuno di noi continua ad aumentare”, sottolinea Katrina Spade che vede nel suo progetto un’alternativa urbana e sostenibile ad un processo diventato ormai pura speculazione.
Grazie ad una borsa di studio assegnata dall’Echoing Green, il progetto Urban Death Project potrà utilizzare un finanziamento di ben 80.000 dollari per lavorare al progetto a tempo pieno e realizzare il primo prototipo a Seattle.