La passione per i mini reattori nucleare contagia entrambe le sponde dell’Atlantico
(Rinnovabili.it) – Nei prossimi anni la Rolls-Royce costruirà, installerà e metterà in funzione dieci o quindici mini reattori nucleari nel Regno Unito. L’annuncio è arrivato dalla stessa compagnia, durante una recente intervista alla BBC Radio 4. Ai microfoni della trasmissione Today, Paul Stein, responsabile della tecnologia presso Rolls-Royce, ha fatto sapere che l’azienda è attualmente a capo di un consorzio focalizzato su un preciso obiettivo: un concept di impianto modulare, brevettato e progettato specificamente per essere una sorta di piccolo kit realizzato in fabbrica e assemblato in loco. Di conseguenza, i mini reattori nucleari saranno più veloci da installare rispetto alla tecnologia attuale, riducendo tempi, costi e spazi.
Questo nuovo approccio dovrebbe superare uno degli ostacoli che sta minando l’industria dell’energia atomica in Occidente. I grandi reattori continuano a crescere indisturbati in Asia, Cina in primis, ma in Europa e Stati Uniti la storia è leggermente differente e non solo per le forti pressioni ambientaliste. Le fonti rinnovabili e il gas naturale sono oggi le opzioni meno costose quando si tratta di realizzare nuova capacità elettrica. Opzioni che stanno inevitabilmente sottraendo terreno sia a carbone che nucleare.
E se il carbon fossile, almeno in Occidente, ha i giorni contati, il nucleare tenta l’asso nella manica. Rolls-Royce è convinta che il suo consorzio abbia tutte le carte in regola per possa riavviare l’industria nucleare britannica costruendo fino a 15 mini reattori nucleare modulari (Small Modular Reactors – SMR), di cui il primo set pronto ad entrare in funzione nei prossimi 9 anni.
Ma cosa significa “mini”? Come ha spiega Stein alla BBC, gli impianti avranno un’area di circa 6mila metri quadrati (un sedicesimo della grandezza di Hinkley Point C) e una potenza di 440 MW.
La tecnologia in sé non è una novità: i mini reattori nucleari sono da tempo impiegati a bordo di navi rompighiaccio e sottomarini e la Rolls-Royce lavora in questo campo fin dagli anni ’90. Per la prima volta, però, è pronta a portarli fuori dall’acqua per connetterli alla rete elettrica.
E l’appeal per il “piccolo” non ha contagiato solo il Regno Unito. Attualmente vi sono diverse realtà sia in Nord America che in Russia alle prese con i nuovi SMR. Secondo gli esperti i primi prototipi saranno operativi già nel 2025, tuttavia il passo dalla fase di test a quella commerciale non è così scontato.
In Gran Bretagna, dove il governo ha già versato 200 milioni di sterline nello sviluppo dei mini reattori nucleari, un documento di briefing parlamentare del 2018 elenca una serie di ragioni per cui la tecnologia potrebbe non trovare un mercato. Gli autori dubitano che un reattore prodotto in serie possa essere adatto ad ogni sito d’installazione, in maniera standardizzata; ad esempio, potrebbero esserci condizioni locali che richiedono funzionalità di sicurezza aggiuntive.
Dubitano anche che nel Regno Unito vi sia abbastanza mercato per i SMR da giustificare la costruzione di una fabbrica ad hoc, a causa dell’opposizione pubblica. E sebbene l’industria e il governo credano che esista un mercato di esportazione, il rapporto suggerisce che questo dato potrebbe essere troppo ottimista.
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