Prorogato di un altro anno - per la quarta volta - il termine per l’adeguamento al SISTRI e rinviato al 30 giugno 2017 l'obbligo di installazione delle valvole e dei contabilizzatori di calore nei condomini
(Rinnovabili.it) – Il Governo ha varato oggi il consueto decreto-legge salva scadenze di fine anno, il cosiddetto Milleproroghe. Mentre il neo premier Gentiloni ha completato la squadra di governo con la lista dei sottosegretari, tra le misure d’urgenza necessarie dopo l’approvazione lampo della legge di Bilancio figurano anche alcune disposizioni rilevanti per i settori energetico e ambientale.
Nuova scadenza per il SISTRI
Il decreto legge prolunga il termine per l’adeguamento al SISTRI (Sistema informatico di controllo della tracciabilità dei rifiuti). Senza ulteriori rinvii sarebbe venuto meno il doppio regime di tracciamento, sia cartaceo che informatico, per i rifiuti speciali. Di conseguenza, sarebbe scattata l’applicazione delle relative sanzioni per chi non si adegua. Adesso tutto slitta al 2018. Il nuovo rinvio – il quarto – era più che atteso, anche perché è una misura necessaria dal momento che bisogna attendere la pronuncia del Tar del Lazio sulla gara di assegnazione della gestione del servizio.
Sei mesi in più per le termovalvole
Il Milleproroghe va poi a toccare la questione delle valvole termostatiche. Il 31 dicembre sarebbe scattato l’obbligo di installazione delle valvole e dei contabilizzatori di calore per tutti gli edifici serviti da impianto di riscaldamento centralizzato. Con il rinvio si ha a disposizione altri 6 mesi per mettersi in regola, la nuova scadenza è al 30 giugno 2017.
Anche in questo caso la dilazione temporale era non solo prevista ma anche auspicata. L’obbligo delle termovalvole, infatti, è stato introdotto dal decreto legge 102/2014 che ha recepito la direttiva europea 2012/27 sull’efficienza energetica. Ma i tempi in realtà erano molto più stretti: le specifiche tecniche per l’installazione e la messa a norma sono arrivate soltanto con il decreto 141/2016, pubblicato in Gazzetta Ufficiale alla fine di luglio. In pratica, quindi, i condomini avevano a disposizione soltanto 5 o 6 settimane: l’operazione va fatta a impianto di riscaldamento spento e in alcune regioni l’accensione è prevista già per la metà di ottobre. Se il governo non fosse intervenuto sarebbero scattate eventuali sanzioni, che vanno dai 500 ai 2.500 euro per unità immobiliare, cui potevano essere soggetti centinaia di migliaia di proprietari di casa.