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In Italia il 1° impianto produttivo di butandiolo da rinnovabili

Inaugurato oggi lo stabilito Mater-Biotech di Novamont. A regime produrrà 30.000 tonnellate/anno di biobutandiolo  

In Italia il 1° impianto produttivo di butandiolo da rinnovabili

 

(Rinnovabili.it) – “Da oggi in Italia c’è una fabbrica che rappresenta un ‘unicum’ nel mondo, che guarda al futuro con le migliori tecnologie al servizio di una produzione ‘green’, con una ricaduta positiva per il territorio, la riconversione di un sito dismesso e la riduzione delle emissioni di CO2”. Così il ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti ha voluto commentare l’inaugurazione di Mater-Biotech, il primo stabilimento a livello mondiale che produrrà butandiolo da materie prime rinnovabili.

 

Siamo a Bottrighe, piccolo centro in provincia di Rovigo. Qui Novamont, azienda italiana attiva nel settore delle bioplastiche, ha deciso di dare nuovo slancio alla bioeconomia italiana riconvertendo un sito industriale ormai abbandonato in un’importante prima volta nel mondo della chimica verde.

 

“Mater-Biotech è una grande scommessa di sviluppo sostenibile – ha aggiunto Galletti – che guarda coerentemente alla chimica verde come punto di forza del rilancio produttivo del nostro Paese in senso circolare”.

 

Lo stabilimento produrrà, a partire da zuccheri e batteri, la versione “bio” del butandiolo, un intermedio chimico tradizionalmente ottenuto da materie fossili e utilizzato industrialmente come solvente o componente di plastiche, fibre elastiche e poliuretani.

Novamont, partendo da una tecnologia sviluppata da Genomatica – società californiana leader nel settore della bioingegneria – ha messo a punto una piattaforma biotecnologica in grado di produrre a regime 30.000 tonnellate di biobutandiolo l’anno e di farlo a basso impatto per l’ambiente: la biosintesi di questo composto (il cui mercato oggi vale bene 3,5 miliardi di euro l’anno) permetterà  un risparmio di oltre il 50% di emissioni di CO2.

 

“Mater-Biotech – ha commentato Ermete Realacci, presidente della Commissione Ambiente Territorio e Lavori Pubblici della Camera Realacci – rappresenta dunque un pezzo di futuro, una scommessa tecnologica, industriale e sociale, un’esperienza di eccellenza che pone ancora una volta l’Italia all’avanguardia nel settore della chimica verde. Ed è anche una bella occasione per creare nuova occupazione rinnovando in chiave green la tradizione italiana nel settore chimico”.