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Seconda chance per Masdar, la città a emissioni zero nel deserto?

masdar city
Credit: 準建築人手札網站 Forgemind ArchiMedia – (CC BY 2.0)

 

(Rinnovabili.it) – Abu Dhabi ci riprova dopo un decennio di eclatanti fallimenti. Ma tutto l’ottimismo (e i milioni di dollari di nuovi finanziamenti) degli Emirati Arabi difficilmente potrà cambiare volto a Masdar City e trasformarla davvero in una perla di sostenibilità tutta rinnovabili, una città a emissioni zero come voleva il progetto iniziale.

 

Il Consiglio Municipale della capitale ha deciso di rilanciare lo sviluppo urbano. Con un annuncio arrivato piuttosto a sorpresa, la compagnia emiratina per l’energia rinnovabile e lo sviluppo sostenibile UPC ha rivelato di aver ottenuto le concessioni per le cosiddette “fase 2” e “fase 5” del programma di ampliamento dell’ecocittà alla periferia di Abu Dhabi.

La tabella di marcia avrebbe anche qualche credibilità, se non fosse per i trascorsi poco promettenti. In 10 anni infatti è stato costruito appena il 5% degli edifici programmati, e fino a pochi mesi fa ci abitavano soltanto 300 persone: tutti studenti dell’Institute for Science and Technology. In pratica Masdar, che nel 2016 doveva vedere la fine dei lavori, è diventata la prima città-fantasma green della storia. Non esattamente il primato più ambito.

 

Eppure le autorità sembrano ancora ottimiste. La Fase 2, spiegano, riguarderà l’edificazione di un cluster dedicato a Ricerca & Sviluppo, attorniato da una zona residenziale di circa 2.000 appartamenti, una scuola, ristoranti, caffè e aree giochi. La Fase 5 aggiunge altre 1.000 abitazioni (in maggioranza ville) e alcuni spazi verdi. E tutte quelle zone che erano previste dai piani precedenti, che fine faranno? Anche in questo caso l’ottimismo è di casa: dopo aver temporeggiato per due lustri, l’UPC assicura che in 5 anni verrà edificato un terzo delle fasi già pianificate.

L’obiettivo resta sempre quello di partenza: impiegare le più avanzate tecnologie green per dare vita a una città che consumi la metà di una di uguali dimensioni, dove l’energia è generata esclusivamente da fonti rinnovabili, esiste un sistema di trasporti driverless su binari magnetici e un efficiente sistema di desalinizzazione e riciclo dell’acqua.

Per realizzare questo grandioso progetto firmato dall’archistar Norman Foster, lo sheik Mohammed bin Zayed al-Nahyan aveva già stanziato 22 miliardi di dollari. Non è stato reso noto a quanto ammonti la spesa per le fasi 2 e 5 in programma ora.

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