Il ddl ha ricevuto il parere favorevole, ma “condizionato”. I vincoli sono contenute in un lungo documento emendativo che chiede di estendere l’esenzione dal bollo a tutti i veicoli ecologici
(Rinnovabili.it) – Via libera dalla Regioni alla Manovra correttiva. L’ assemblea ha dato parere favorevole al disegno di legge di conversione decreto legge 24 aprile 2017, n. 50, condizionando lo stesso però all’accoglimento di alcuni emendamenti politici ritenuti prioritari. Le modifiche sono contenute in un lungo documento emendativo (PDF) consegnato al governo nel corso della Conferenza Unificata del 25 maggio e toccano, seppure marginalmente anche tematiche ambientali.
Nel dettaglio all’articolo 35 ter (Modifiche all’articolo 2 del decreto-legge 3 ottobre 2006, n. 262 recante: Disposizioni urgenti in materia tributaria e finanziaria – Tassa automobilistica) si chiede di ampliare “le fattispecie di veicoli dotati di forme di alimentazione che determinano minori livelli di inquinamento, per le quali le Regioni possono disporre l’esenzione dal pagamento della tassa automobilistica a decorrere dalla data di immatricolazione, uniformandole in tal modo su tutto il territorio nazionale”. Attualmente, infatti, la norma statale limita l’esenzione ai soli veicoli alimentati “a benzina/ GPL o a benzina/metano”, mentre alcune Regioni hanno provveduto con propria legge regionale a disporre esenzioni temporanee per alcuni dei veicoli ecologici indicati nella norma proposta, tra l’altro con modalità e tempistiche differenti.
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L’emendamento stabilisce anche che le Regioni possano esentare dal pagamento della tassa automobilistica i veicoli nuovi dotati di un impianto di alimentazione a basso impatto ambientale per un periodo fisso di cinque annualità. “La norma intende uniformare il sistema a quanto già previsto per i veicoli elettrici dall’art. 20 del D.P.R. 5 febbraio 1953, n. 39 e dal comma 61 dell’art. 2 del decreto legge 3 ottobre 2006, n. 262, per i veicoli appartenenti alle categorie internazionali M1 e N1 su cui viene installato un sistema di alimentazione a GPL o a metano, per garantire al contribuente uniformità di trattamento”.
Le regioni sono concordi anche nel chiedere maggiori capacità assunzionali per le Agenzie di protezione dell’ambiente (le ARPA e le APPA delle provincie a statuto autonomo). “L’emendamento – si legge nel testo – proposto si rende necessario per consentire l’attuazione delle attività di prevenzione, controllo e monitoraggio con riferimento alle matrici aria, acqua, suolo, sottosuolo e rifiuti nonché ai fattori di inquinamento di tipo fisico (radioattività, rumore ed emissioni elettromagnetiche) e biologico che presenta una inevitabile ricaduta sulla dimensione della salute pubblica e che sono oggetto di una sempre maggiore attenzione da parte dell’opinione pubblica. I recenti casi posti all’attenzione di media e istituzioni (incendio Pomezia, caso Tempa Rossa, caso Ilva, caso raffineria ENI di Pavia, ecc.) nonché la necessità di rendere più efficace l’azione sui Siti inquinati di interesse nazionale, come sottolineato dalla Commissione bicamerale ecomafie, rendono improcrastinabile la piena attuazione della legge 132/2016 sul Sistema Nazionale di protezione dell’ambiente, nonché della legge 68/2015 sugli Ecoreati. In tale contesto, il potenziamento delle agenzie promosso da tale emendamento, richiede l’adeguamento delle risorse umane e strumentali, strutturato a totale carico dei bilanci regionali e, pertanto, senza oneri a carico del bilancio dello Stato. Per consentire lo svolgimento a pieno regime dei compiti istituzionali a cui le agenzie regionali sono deputate, si rende necessario rimuovere i vincoli di natura finanziaria che non consentono le assunzioni di personale in possesso delle competenze necessarie a valutare gli effetti ambientali e sanitari determinati dai fenomeni di inquinamento a carico delle diverse matrici ambientali, coprendo integralmente il turnover”.