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Una lingua comune per la casa intelligente

Una lingua comune per la casa intelligente

 

(Rinnovabili.it) – L’internet delle cose (IoT – Internet of things) ha imparato a parlare la lingua del risparmio energetico. Quella sviluppata e implementata dalle associazioni Energy@home ed EEBus, e presentata in questi giorni a Barcellona in occasione dell’European Utility Week. Si tratta di un nuovo modello di linguaggio che permetterà alla casa intelligente di gestire la domanda di energia in maniera semplice ed efficiente.

 

Il successo di una smart home o uno smart building dipende in gran parte dall’interoperabilità del sistema. Interoperabilità che deve essere intesa, in questo caso, come una comprensione identica dei messaggi e dei dati che sono scambiati tra i dispositivi presenti nell’edificio e i mercati energetici.

 

“Si parla molto di internet delle cose, se ne avverte il fascino, ma non si deve dimenticare che questa rivoluzione annunciata potrà essere veramente tale se sarà alla portata degli utenti, quindi se i dispositivi tecnologici, anche di marche diverse, parleranno fra loro”, spiega Marco Signa, direttore di Energy@home.

 

Una lingua comune per la casa intelligenteDa queste premesse è nato SPINE (acronimo di Smart Premises Interoperable Neutral-messages Exchange) modello che consente la comunicazione tra dispositivi e servizi, indipendentemente dai settori di mercato e dai protocolli di rete. All’interno di SPINE è stato sviluppato e quindi integrato il nuovo linguaggio delle due associazioni, “base imprescindibile – continua Signa – per sviluppare le grandi potenzialità di un mercato come quello dei prodotti e dei servizi connessi”.

 

Il sistema è stato presentato a Barcellona attraverso un dimostratore in grado di sovrintendere il funzionamento di una batteria di prodotti interconnessi: un grande elettrodomestico, un caricatore di auto elettrica, un inverter per pannelli fotovoltaici e un contatore intelligente.

Questo linguaggio può essere applicato a diversi protocolli, come SPINE ad esempio, e permette la comunicazione fra dispositivi connessi, anche di marche diverse, con un energy manager domestico. Nel momento in cui dispositivi connessi in questa configurazione saranno in grado di scambiare informazioni sarà possibile per l’energy manager ottimizzare l’impiego dell’energia in considerazione della disponibilità di fonti energetiche rinnovabili (inclusa l’autoproduzione con i pannelli fotovoltaici) o delle migliori tariffe di mercato. Una possibilità, questa, che assumerà un valore crescente alla luce dello sviluppo delle smart grid e della Demand-response.

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