Legambiente premia le 12 realtà campane che hanno scommesso sulla transizione energetica verde e hanno vinto
Il Treno Verde di Legambiente è arrivato a Napoli
(Rinnovabili.it) – C’è l’azienda vinicola che ha scelto di alimentarsi con il sole, la startup che ricicla i reflui animali, il consorzio che ha recuperato un territorio confiscato alla malavita per produrre cibo ed energia. Sono loro i campioni della rivoluzione energetica della Campania: “eco-innovatori” che, in un modo o nell’altro hanno abbracciato fonti rinnovabili ed efficienza energetica, dimostrando che abbandonare i combustibili fossili è possibile e conveniente. A loro Legambiente ha consegnato ieri il premio “I Rinnovabili”, attestato dell’impegno profuso nell’adozione di nuovi modelli energetici. Dodici realtà – da enti comunali a società agricole – che si sono date appuntamento nei vagoni del Treno Verde 2030, la campagna itinerante del cigno verde, ferma in questi giorni sui binari della Stazione Campi Flegrei di Napoli.
“La Campania – spiega Mariateresa Imparato, presidente della sezione regionale di Legambiente – potrebbe svolgere un ruolo da protagonista verso un futuro 100% rinnovabile sviluppano politiche di sostegno ad esempio verso quelle aziende che in questi anno hanno deciso di investire nelle rinnovabili non solo per ridurre le spese energetiche, ma anche per migliorare le filiere produttive. Le buone pratiche presentate oggi dimostrano che questo è possibile […] puntare su un modello energetico sostenibile è la scelta vincente”.
A ritirare il premio sono state anche amministrazioni locali, come il Comune di Campagna (Sa) per il suo programma di riduzione dei consumi e dei gas climalteranti e quello di Giungano (Sa), per la ristrutturazione eco-efficiente della stessa casa comunale. Ma il maggior lavoro l’hanno svolto le aziende presenti sul territorio. Nel complesso agricolo “Ferrandelle” in provincia di Caserta – area confiscata al camorrista Francesco Schiavone e assegnata al Consorzio Agrorinasce – è stato realizzato un impianto di produzione di biogas da fonte rinnovabile. La giovane azienda Giacomo Simone, a Castelvenere (BN), invece, nel 2016 è passata al biologico per produrre vini più sostenibili, soddisfacendo l’intera domanda elettrica grazie a moduli fotovoltaici installati su una sorta di “alberi sculture”.
Anche la cantina Torre Venere a Castelvenere (BN) si è dedicata alla produzione di vini ecocompatibili ed ecosostenibili: tutta l’energia impiegata è pulita e si presta particolare attenzione al contenimento della CO2 (circa il 20% della superficie aziendale è destinata a bosco) e all’uso di concimi e pesticidi.
Va verso l’autosufficienza energetica la cantina dell’azienda Donnachiara di Montefalcione (Av), alimentata esclusivamente il sole. L’azienda, negli anni, si è posta ulteriori obiettivi in termini di eco-compatibilità, partendo dalla realizzazione di un impianto di raccolta delle acque piovane a valle del vigneto che viene coltivato in regime di agricoltura biologica.
L’autoproduzione energetica caratterizza anche l’impegno ambientale della Tenuta Chirico, azienda agricola e zootecnica ubicata nel Comune di Ascea (Sa) che con fotovoltaico e biogas soddisfa il 40% del suo fabbisogno, vendendo in rete il resto dell’energia. O quello della Tenuta Vannulo di Capaccio Paestum, in provincia di Salerno (che dal 1998 ha completato la conversione al biologico), che ha installato sul tetto della stalla un impianto fotovoltaico da quasi 100 kW
E ancora, il premio di Legambiente è andato alla nuova sede di Acca Software a Bagnoli Irpino (Av) è un edificio con bilancio energetico positivo, grazie a un mix di tecnologie: fotovoltaico, solare termico, eolico. È presente anche un sofisticato sistema di recupero, raccolta e riutilizzo dell’acqua piovana.