(Rinnovabili.it) – I nuovi progetti nel settore dell’efficienza energetica e delle rinnovabili sono in grado di creare 10 volte più posti di lavoro, per unità di energia prodotta o risparmiata, rispetto ai combustibili fossili. Lo sostiene una nuova ricerca dello UK Energy Research Centre che, analizzando dati provenienti da Unione Europea, Cina e Stati Uniti, suggerisce che l’energia verde sia la migliore leva per spingere l’occupazione a breve termine. Lo studio, pubblicato la scorsa settimana, ha esaminato l’impatto sul lavoro esercitato dalle politiche energetiche pro energia pulita e risparmio energetico scoprendo che, ad esempio, l’elettricità solare è in grado di assicurare tra lo 0,4 e l’1,1 posti di lavoro per GWh di elettricità generata, rispetto ai 0,2-1 posti di lavoro creati dal carbone e dal gas. Discorso simile per le misure di efficienza energetica, le cui politiche di sostegno forniscono tra lo 0,3 e un posto lavoro per ogni GWh risparmiato.
Ma nel complesso l’UKERC è convinto che le energie verdi energie rinnovabili creino in media fino a un posto di lavoro ogni GWh in più rispetto alle fonti fossili e che quando l’economia fatica, come ad esempio durante un periodo di crisi o recessione, sia opportuno concentrare la spesa pubblica su questi settori ad alta intensità di manodopera.
“Quando l’economia è in fase di recupero – come oggi – la sfida fondamentale per la politica è quella di favorire una transizione economicamente efficace verso gli obiettivi strategici del Paese, come ad esempio affrontare il cambiamento climatico”, spiegano gli autori. “C’è una forte necessità di investimenti nelle tecnologie rinnovabili e misure di efficienza nell’ambito del percorso verso un sistema energetico a basse emissioni di carbonio”.