La proposta di bilancio del Consiglio Europeo cerca una mediazione per l’accesso al Just Transition Fund.
(Rinnovabili.it) – Il mese scorso, la Commissione Europea ha presentato il Just Transition Fund, un pacchetto di sovvenzioni e investimenti da 100 miliardi di euro progettato per aiutare i paesi a mettere in atto politiche climatiche più rigorose e ad affrontare con sicurezza la transizione energetica. Le previsioni iniziali stimavano che la quota del fondo assegnata alla Polonia potesse essere di circa 2 miliardi di euro, tuttavia non era ancora chiaro quali fossero i criteri che gli Stati membri avrebbero dovuto soddisfare per accedere alle risorse.
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Nella nuova proposta di bilancio recentemente pubblicata, però, la Polonia potrebbe vedere dimezzata la sua quota iniziale poiché penalizzata dal non aver aderito all’obiettivo della neutralità climatica entro il 2050. Questa decisione deriverebbe dal tentativo di mediazione del presidente del Consiglio Europeo, Charles Michel, impegnato in questo momento a identificare i criteri di accesso al Just Transition Fund. La proposta di Michel riguardante il cosiddetto quadro finanziario pluriennale (QFP), vale a dire il bilancio settennale dell’UE, vedrebbe un generale aumento delle risorse dell’Unione dal 1,067% al 1,074 del PIL dell’eurozona. Nonostante questo, però, il nuovo bilancio limiterebbe i finanziamenti per la transizione energetica del 50% per tutti i paesi che non hanno ancora aderito agli obiettivi climatici UE.
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“Per gli Stati membri che non si sono ancora impegnati a raggiungere un obiettivo nazionale di neutralità climatica entro il 2050, l’accesso al Just Transition Fund sarà limitato al 50% della loro dotazione nazionale”, spiega la proposta di Michel riportata da Euroactiv. Il messaggio ha come suo diretto destinatario proprio la Polonia, e si allinea in parte con le posizioni di Emmanuel Macron, secondo cui l’accesso al fondo sarebbe dovuto dipendere interamente dalla sottoscrizione formale degli obiettivi climatici.
Il primo ministro polacco Mateusz Morawiecki ha da sempre insistito sul fatto che i costi relativi all’obiettivo del 2050, che mira a rendere l’economia dell’UE conforme all’accordo di Parigi, siano semplicemente troppo elevati, a tal punto da non permettere al paese di prendere impegni ufficiali. A sua volta, la posizione della Polonia ha suscitato critiche da parte degli altri leader europei, in particolare il francese Macron, che già a dicembre aveva avvertito che se la Polonia non avesse aderito alla politica climatica, sarebbe stata automaticamente esclusa dai meccanismi di solidarietà finanziaria.
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Il compromesso di Michel, dunque, riconosce in parte i desideri di Macron sul Just Transition Fund, ma chiarisce anche che i finanziamenti trattenuti corrisponderebbe alla metà e sarebbero comunque “resi disponibili con l’accettazione dell’impegno climatico”. La proposta di bilancio, inoltre, suggerisce che il Consiglio si sta orientando verso una strategia che obbligherà tutti i paesi ad aderire all’obiettivo delle zero emissioni entro il 2050. Una maggiore chiarezza, però, arriverà il 4 marzo, quando la Commissione presenterà ufficialmente la sua legge sul clima con lo scopo di sancire l’obiettivo del 2030, che con buona probabilità vedrà un aumento della riduzione delle emissioni dal 40% al 55%.