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Arriva Jellyfish Barge, la serra agricola galleggiante nata dal riciclo

Il sistema è in grado di produrre fino a 150 litri al giorno di acqua dolce e pulita da acqua salata, salmastra o inquinata, impiegando solo l’energia del sole

Arriva Jellyfish Barge, la serra agricola galleggiante nata dal riciclo

 

(Rinnovabili.it) – Immaginate di poter coltivare frutta e verdura senza incidere pesantemente sulle riserve di acqua dolce, energia e suolo. Anzi di riuscirlo a fare dando anche una mano alla filiera sostenibile della gestione dei rifiuti. Impossibile? Non per Jellyfish Barge, la prima serra agricola galleggiante nata da un genio tutto italiano. Il merito va, infatti, ad Antonio Girardi e Cristiana Favretto (Pnat srl) che hanno elaborato il progetto, realizzato nel suo primo prototipo funzionante da un team multidisciplinare coordinato dal professor Stefano Mancuso dell’Università di Firenze, direttore del Laboratorio Internazionale di Neurobiologia Vegetale.

 

Costruita con tecnologie semplici e con materiali riciclati e a basso costo, Jellyfish Barge è stata pensata appositamente per il sostentamento delle comunità più vulnerabili, dove la terra agricola e le riserve idriche scarseggiano. Grazie ad una struttura modulare, la serra può essere realizzata per sostenere il singolo o allargata fino a provvedere ai bisogni di un’intera comunità; e per farlo si affida alla semplicità. Semplicità dei materiali dal momento che è composta da una base in legno di circa 70 mq che galleggia su dei fusti in plastica riciclati, e da una serra in vetro sorretta da una struttura reticolare. E semplicità (di funzionamento) delle tecnologie impiegate, a partire dalle tecniche idroponiche fino a dispositivi di dissalazione energicamente autosufficienti. Si legge nella nota stampa che accompagna il lancio del progetto: “L’acqua dolce viene fornita da dei dissalatori solari disposti lungo il perimetro, ideati dallo scienziato ambientale Paolo Franceschetti. Questi sono in grado di produrre fino a 150 litri al giorno di acqua dolce e pulita da acqua salata, salmastra o inquinata”. In Jellyfish Barge il sistema di dissalazione risucchia l’aria umida creata dall’evaporazione “solare”, facendola condensare all’interno di fusti che sono a diretto contatto con la superficie fredda del mare. Per aumentare l’efficienza idrica, il sistema è stato progettato affinché impieghi circa il 15% di acqua di mare che viene mescolata con l’acqua distillata, controllando il funzionamento della serra attraverso un impianto di automazione con monitoraggio e controllo remoto.

 

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Jellyfish Barge – spiegano i progettisti – è stata pensata per sostenere circa due nuclei familiari, quindi è appositamente di dimensioni contenute per rendere semplice e fattibile la sua costruzione anche in condizioni di ristrettezze economiche. È modulare, per cui un singolo elemento è completamente autonomo, mentre più serre affiancate possono garantire la sicurezza alimentare per un’intera comunità”. Il prototipo funzionante è installato dall’ottobre 2014, nel canale Navicelli, tra Pisa e Livorno.