(Rinnovabili.it) – Si potrebbe pensare che nel Sud Europa, dove il sole e il vento sono così abbondanti, le fonti di energia pulite siano la scelta più ovvia per le soluzioni energetiche del futuro. Purtroppo la realtà è esattamente il contrario: la maggior parte dei Paesi europei che si affacciano sul Mediterraneo stanno rispondendo alle attuali sfide economiche con piani per nuove centrali a carbone e progetti di estrazione petrolifera. Tutto questo, spiega oggi Greenpeace, nonostante la prova scientifica inconfutabile della necessità di tenere i combustibili fossili sotto terra per evitare le conseguenze peggiori dei cambiamenti climatici.
“La transizione verso l’energia pulita non solo è possibile, ma è il modo migliore per uscire dalla crisi economica”, spiega l’associazione ambientalista che ha commissionato studi di esperti in Spagna, Grecia, Italia e Croazia per dimostrare il valore aggiunto potenziale dei progetti di risparmio energetico ed energie rinnovabili in queste nazioni, anche in termini di nuovi posti di lavoro. Questi Paesi mediterranei potrebbero infatti creare migliaia di green job, decarbonizzare le rispettive economie e sviluppare un turismo più sostenibile se solo i rispettivi governi accelerassero la transizione energetica già in atto.
Cosa mostrano i risultati
In Croazia, sono stati dimostrati i molteplici effetti positivi dell’adozione di soluzioni energetiche pulite in alberghi, campeggi, scuole e fattorie su costa, isole e terraferma. La transizione verso il 100% di energie rinnovabili creerebbe diverse migliaia di nuovi posti di lavoro e aiutare il paese a risparmiare dai 4 ai 5 miliardi di euro l’anno.
In Grecia, nonostante la difficile situazione economica e il regime di austerità, gli esperti di Greenpeace stanno dimostrando che è ancora possibile ridurre i costi di energia elettrica, ridurre la povertà energetica e fornire energia pulita. Mettendo in atto le misure di efficienza energetica e il piano di solarizzazione che l’associazione suggerisce, i greci potrebbero risparmiare miliardi di euro e creare migliaia di nuovi posti di lavoro ogni anno.
In Italia, Greenpeace ha focalizzato il suo studio “100% rinnovabili: un nuovo futuro per le piccole isole” sulla situazione delle isole minori: veri e propri paradisi – come Lampedusa, Pantelleria, Favignana, Tremiti – che continuano ad alimentarsi producendo energia da vecchi generatori diesel che gravano sulle bollette dei cittadini italiani per circa 70 milioni di euro all’anno. Lo studio realizzato dall’associazione ambientalista illustra in modo concreto e preciso come queste isole potrebbero affrancarsi dalla fonti fossili e soddisfare interamente la propria domanda energetica grazie alle fonti rinnovabili e all’efficienza energetica.
In Spagna, la sola conversione radicale all’energia pulita dell’arcipelago delle Canarie, da qui al 2050, garantirebbe il risparmio di 42 miliardi di euro a fronte di un investimento di soli 20.