Il comune cavetto giallo che porta internet al pc può dare corrente ai LED. E connettere il dispositivo di illuminazione smart al resto della casa.
(Rinnovabili.it) – Una delle innovazioni più interessanti riguardo l’IoT è il Power over Ethernet (PoE), cioè la possibilità di alimentare un dispositivo tramite il classico cavetto giallo che porta la connessione internet ai nostri pc. Perciò tutto, ogni oggetto in casa o in ufficio diventa connesso in un batter d’occhio? Non proprio. Perché c’è un limite di fondo: i cavi tradizionali non possono portare più di 25 W. Quindi, almeno per il momento, il ventaglio di possibilità è ristretto. Quello che cambia davvero con il PoE sono le performance dei sistemi di illuminazione intelligente.
A patto che siano a LED, ovviamente. Prima di tutto per una ragione di fondo: solo i LED richiedono così poca energia da poter essere alimentati tramite Ethernet. E mettendo insieme il risparmio energetico del LED in sé, i vantaggi offerti dall’alimentazione via PoE (che è anche una connessione per l’IoT) e sistemi smart di sensori, si ottiene un sistema di illuminazione davvero efficiente.
Lo dimostrano gli Smartcast LED, un prodotto commercializzato dall’azienda americana Cree. Grazie ad appositi sensori e ad un sistema intelligente di gestione dei dati, i LED sono in grado di percepire la presenza di persone in una stanza e spegnersi o accendersi di conseguenza. Ma, soprattutto, “leggono” le condizioni di illuminazione naturale dell’ambiente in tempo reale e ottimizzano di conseguenza la propria luminosità. Più luce se fuori è nuvoloso, luce meno intensa se è una bella giornata di sole. Conseguenza: l’azienda stima che l’utente risparmi anche il 70% dell’energia.
E questi LED sono alimentati via PoE, quindi comunicano con gli altri dispositivi e sistemi. Qualche vantaggio anche in questo ambito. Ad esempio, se la stanza è molto affollata, il sistema di illuminazione che lo rileva immediatamente può comunicare alla ventilazione di attivarsi per tenere bassi i livelli di CO2.