(Rinnovabili.it) – Viene chiamato “inquinamento diffuso“, termine che indica l’alterazione chimica, fisica o biologica dell’ambiente imputabile a molteplici fonti contaminanti. Nonostante il Sistema Nazionale per la Protezione Ambientale abbia creato degli strumenti di indirizzo per l’elaborazione dei piani regionali relativi agli interventi di bonifica e gestione delle aree caratterizzate da inquinamento diffuso, il suo studio è ancora oggi complesso, proprio in virtù della sua natura multi-sfaccettata.
Valutare le cause della contaminazione delle matrici ambientali – suolo, sottosuolo e acque sotterranee – risulta complicato dal fatto che le stesse vengono spesso movimentate negli anni e alterano/degradano gli inquinanti in essi contenuti. Ma è proprio a partire da questa complessità che il Friuli Venezia Giulia ha deciso di affrontare il problema.
Sulla questione è in corso un lavoro di approfondimento molto accurato che coinvolge la Regione, il Comune, l’Arpa e l’Azienda Sanitaria nonché, a livello nazionale, anche il neonato Sistema Nazionale di Protezione dell’Ambiente (SNPA), l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA) e l’Istituto Superiore di Sanità (ISS). “Si tratta – spiega l’assessore all’Ambiente del Friuli Venezia Giulia, Sara Vito – di un problema ambientale molto complesso ed articolato, ovvero l’inquinamento diffuso e multisorgente di un’area urbana, che è tema noto nella letteratura scientifica come problematica presente in tutto il mondo occidentale. Un tema che non è mai stato indagato in maniera sistematica e che invece viene affrontato per la prima volta dal punto di vista operativo proprio qui a Trieste”.
L’amministrazione regionale ha avviato un complesso studio per valutare la contaminazione delle matrici ambientali urbane con cui arrivare ad elaborare soluzioni concrete di contrasto. “È ancora presto – ha evidenziato Vito – per formulare risposte complete alle molte legittime domande relative alla provenienza degli apporti di inquinanti, alle misure di intervento e alle soluzioni definitive. Ma siamo certamente sulla strada giusta, con studi e analisi avanzate e interlocutori di livello nazionale; e possiamo dire con orgoglio che si tratta certamente di un’esperienza unica in Italia”.