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Industria auto: l’euro-tax sull’energia mette a rischio l’ambiente

Le maggiori Associazioni dei Costruttori automobilistici di Italia, Francia e Germania chiedono alla UE di non aumentare la tassazione diesel per “evidenti motivi ambientali”

(Rinnovabili.it) – Con l’approvazione della Direttiva sulla “Energy Taxation” da gennaio 2013 la tassazione europea degli oli minerali (ETD) potrebbe cambiare in modo radicale. Le imposte sull’energia vigenti verranno, infatti, divise in due componenti che, insieme, andrebbero a determinare l’aliquota d’imposta totale: una parte, basata sulle emissioni di CO2 rilasciate dal prodotto energetico e l’altra sarebbe basata sul contenuto energetico, ossia sull’energia effettiva generata dal prodotto misurata in gigajoule (GJ) da applicare a tutti i carburanti e combustibili utilizzati per i trasporti e il riscaldamento. In vista del cambiamento strutturale, le maggiori associazioni dell’Industria automobilistica di Francia, Germania e Italia hanno espresso in una nota stampa congiunta tutta la loro preoccupazione a riguardo. “La Commissione intende forzare gli Stati Membri a mantenere, nelle aliquote effettive di gasolio e benzina, la differenza sussistente nelle aliquote minime di entrambi i combustibili. Di conseguenza, l’aliquota applicata al gasolio sarebbe, in futuro, sempre decisamente più elevata rispetto a quella applicata alla benzina”. ANFIA (Italia), CCFA (Francia) e VDA (Germania) sono preoccupate che l’attuale proposta di modifica normativa possa nel lungo termine indebolire le tecnologie diesel eco-compatibili. “Tassazioni più elevate – spiegano – renderebbero il gasolio più costoso, portando quindi ad una diminuzione della quota di vetture diesel nel parco auto europeo, con un conseguente aumento dei livelli di CO2”. Nel dettaglio per il mercato domestico del Belpaese – secondo il modello elaborato da ANFIA – si assisterebbe ad una riduzione della quota delle nuove immatricolazioni di vetture diesel pari al 51% nel periodo Aprile 2010/Marzo 2011, e del 28% nel 2020. “Ne risulterebbe un aumento medio del livello di emissioni di CO2 di 5,1 g/km (includendo anche gli effetti negativi che la proposta di Direttiva avrebbe sulle vetture alimentate a CNG e GPL)”.