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Impact farm: a Copenaghen l’orto urbano diventa serra autosufficiente

Impatc farm: a Copenaghen l’orto urbano diventa serra autosufficiente

 

(Rinnovabili.it) – Non chiamatela “orto urbano”: Impact farm, la piccola serra idroponica disegnata dai danesi Mikkel Kjaer e Ronnie Markussen è molto di più.

Piccolo gioiello della progettazione “off-grid”, la mini fattoria a due piani dà bella mostra di sé in questi giorni a Copenghen, in Danimarca. Come già preannunciato nei mesi scorsi da Rinnovabili.it, i due designer hanno deciso d’iniziare la sperimentazione dell’originale concept proprio a partire dalla loro città, sfruttando aree dismesse o inutilizzate. E sono bastati solo dieci giorni di lavoro prima di poter regalare ai concittadini la speciale Impact farm, oasi ecologica dedicata esclusivamente alla coltivazione di frutta e verdure biologiche

 

Impact farm, eco-design e idroponica si incontrano

Impatc farm: a Copenaghen l’orto urbano diventa serra autosufficienteIntelligente e ultracompatta, la serra si sviluppa su due piani occupando in tutto solo 430 mq. La struttura è realizzata a partire da materiali di recupero: il concetto al cuore del progetto è quello di dare nuova vita ai container di spedizione usati, impiegandoli dapprima come strumento per il trasporto di tutto il kit necessario alla realizzazione della serra, e quindi come parte centrale di questa mini fattoria verticale.

Scalabilità e flessibilità sono le due parole chiave di questa istallazione che promette non solo semplicità di realizzazione ma anche facilità nello smontaggio ed eventuale ricollocazione. L’idea segue da vicino la moderna tendenza dei “pop-up retail”, progettando una struttura temporanea e al tempo stesso completamente autosufficiente sotto il profilo energetico ed idrico.

 

Le tecnologie verdi di Impact farm

All’interno della “scatola” in legno lamellare sono strutturati due piani di coltivazioni idroponiche: le piante non affondano le radici nel terreno ma crescono su una superficie verticale irrigata attraverso un circuito chiuso, dove vengono iniettati i nutrienti necessari per la crescita: azoto, potassio e fosforo.

Il sistema è controllato a distanza ed alimentato direttamente dai tre moduli fotovoltaici che ricoprono il tetto della serra e forniscono l’energia necessaria a luce e irrigazione. A completare il quadro è un sistema di recupero dell’acqua piovana che rende la serra completamente autonoma.

 

 

Tra passato e futuro

Prima di mettere a punto la loro Impact Farm, la coppia di eco designer ha trascorso un paio di anni ad esplorare altri modelli di fattorie urbane verticali, come la  GrowUp londinese e la  Edenworks di New York. E gli Stati Uniti sono proprio il target di mercato a cui mirano Kjaer e Markussen con il loro laboratorio “Human Habitat”.  Le città americane risultano ottime sia in termini di scala sia per i grandi spazi inutilizzati che offrono.

Ma prima di puntare all’estero, la serra fai-da-te deve dare risultati tangibili in casa. Il primo prototipo è stato inaugurato a settembre 2015 nel quartiere Nørrebro, a due passi dal punto in cui è sepolto il celebre scrittore Hans Christian Andersen. All’interno stanno già crescendo le prime piantine ma l’esperimento durerà per tutto il 2016: alla fine dell’anno verranno raccolti dati e informazioni sullo sviluppo delle piante, sull’energia prodotta e sull’acqua piovana raccolta.

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