(Rinnovabili.it) – Si chiama Hyperions il futuristico progetto di orto urbano che unisce la sostenibilità dell’agroecologia alla resilienza ai cambiamenti climatici, l’uso massiccio del legno ai benefici degli orti urbani e alla tutela della biodiversità. Lo studio di architettura Vincent Callebaut ha disegnato 6 gigantesche torri-giardino, ciascuna alta 36 piani per ospitare sia unità a uso residenziale che uffici, nella nuova città di Jaypee, in India. E tutte e sei realizzate in legno. Da qui il nome, che ricorda quello dell’albero più alto del mondo, 115 metri di sequoia sempreverde nella California del Nord. Hyperions è pensato come hub culturale che combina la rigenerazione urbana con l’agricoltura su piccola scala e la protezione ambientale.
Disegnato in collaborazione con l’agroecologo Amlankusum, Hyperions è composto da un complesso di 6 torri realizzate in CLT con un rinforzo di acciaio. Tutto il legno impiegato proviene dalla foresta di Nuova Delhi, che viene gestita in modo sostenibile, in modo da avere la più bassa impronta ambientale possibile per il materiale principale.
E non è tutto. Le torri di legno hanno anche un’elevata resilienza: poggiano su una struttura di acciaio e cemento, disegnata per resistere ai terremoti. Inoltre questa stessa struttura sfrutta l’inerzia termica della terra per il sistema di riscaldamento e raffrescamento.
Questo gioiello di architettura sostenibile è disegnato per avere un’impronta ambientale pari a zero, anche grazie a un sistema di riciclo delle acque che si occupa sia di quelle grigie che di quelle nere, oltre alla frazione organica dei rifiuti che viene trattata on-site e alla raccolta dell’acqua piovana. È presente un sistema di fitodepurazione. L’energia di cui abbisogna l’immenso progetto è generata tramite turbine eoliche e moduli fotovoltaici: oltre a essere enorme, è quindi anche autosufficiente dal punto di vista energetico.
Ma Hyperions è soprattutto un gigantesco orto urbano. In cima a ciascuna torre svetta una serra con cupola bioclimatica. Le zone adibite ad abitazione sono integrate con gli spazi agricoli, che stando agli architetti sarebbero in grado di produrre 20 kg di frutta e verdura biologica al mq. Oltre all’agricoltura tradizionale, il progetto prevede anche fattorie verticali acquaponiche.