(Rinnovabili.it) – Tra ritardi normativi e misure retroattive, il settore delle rinnovabili italiane ha subito duri colpi negli ultimi anni. Tuttavia, nonostante le stoccate e gli inevitabili cali degli investimenti, il mercato mostra di non aver perso la voglia di crescere, anche se a ritmi più lenti e altalenanti. Gli effetti negativi dei vari interventi governativi però si sentono tutti, primo dei quali quello sul fronte occupazionale: il freno tirato sullo sviluppo di fotovoltaico ed eolico, dal 2012 al 2014, ha ovviamente prodotto un effetto decrescente per quel che concerne la creazione di occupati temporanei, ossia legati alle attività di progettazione, sviluppo, installazione e realizzazione degli impianti.
A fornire i dati puntuali su occupazione e investimenti nel triennio in questione è oggi il GSE. Nel documento “La valutazione delle ricadute economiche e occupazionali dello sviluppo delle fonti energetiche rinnovabili in Italia” riporta i dati dal 2012 al 2015 sugli investimenti effettuati nel comparto delle fonti rinnovabili elettriche e sulle ricadute occupazionali lorde, distinte in temporanee – relative agli investimenti in nuovi impianti – e permanenti – relative alla gestione degli impianti – riguardanti i lavoratori diretti, indiretti e indotti.
Qualcosa inizia a cambiare nel 2015, anno in cui gli investimenti in nuovi impianti per la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili hanno sperimentato una lieve ripresa con un aumento di oltre 86 milioni di euro rispetto all’anno precedente.
Tale ripresa è stata guidata da una crescita degli investimenti in impianti micro e mini eolici e in impianti idroelettrici, soprattutto di piccola dimensione ad acqua fluente. Per la prima volta il fotovoltaico cede il passo non confermandosi come il settore su cui si concentrano la maggior parte degli investimenti, che, per il 2015, risulta essere l’eolico.
La lieve ripresa negli investimenti nei settori eolico e idroelettrico si riflette anche sulla creazione di occupati temporanei, se i dati temporanei rimangono in calo, quelli permanenti crescono. Si scopre così le ricadute occupazionali permanenti nelle rinnovabili sono passate dai 18.600 occupati diretti e 13.600 indiretti del 2012 ai circa 22.300 diretti e 16.000 indiretti del 2015.