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Il fenomeno (trascurato) dei green bond fa numeri record

Il fenomeno (trascurato) dei green bond fa numeri record

 

(Rinnovabili.it) – Il mercato obbligazionario verde è molto più grande di quanto si possa pensare. E nonostante i pochi anni di vita alle spalle, si tratta di un “fenomeno” in forte espansione a livello globale anche se apprezzato da una ristretta cerchia di analisti.

A sostenerlo è un rapporto commissionato da HSBC Bank Plc, che mostra come i 118 miliardi di dollari in titoli emessi sotto l’etichetta ufficiale di green bond, siano in realtà solo la punta dell’iceberg; una frazione di un mercato molto più ampio che in realtà avrebbe un valore di ben 694 miliardi di dollari. Sotto l’etichetta di green bond sono classificate formalmente le tradizionali obbligazioni la cui unica particolarità è quella di essere legate a investimenti nell’energia pulita e in altri progetti a favore della sostenibilità ambientale. Ma il totale – i 694 miliardi – terrebbe conto di tutti i titoli di debito che remunerano investimenti messi in atto per frenare l’inquinamento e limitare il cambiamento climatico.

 

ImmagineLa relazione, redatta dalla ONG Bond Climate Initiative, spiega che gli investimenti in progetti a base di energie rinnovabili sono aumentati del 16% dal 2014 al 2015. La Cina è in testa alla classifica dei primi 10 paesi per le obbligazioni verdi (con il 36% del totale) seguita a ruota degli USA (16%).

“Colmare l’attuale divario in tema di finanziamento climatico non richiede nuovi o complessi modelli di investimento”, spiega Sean Rene, amministratore delegato della ONG. “Il riallineamento delle attività del mercato obbligazionario con i cambiamenti climatici e gli obiettivi a basse emissioni fornirà una fonte stabile a lungo termine di investimenti verdi. Riuscire a sfruttare le obbligazioni e altre forme di debito basate sul capitale per raggiungere gli obiettivi climatici è un target a portata di mano”.

 

Secondo quanto riportato nella relazione più di due terzi delle obbligazioni verdi emesse contribuiranno a finanziare i progetti per trasporti a basse emissioni di carbonio, che rappresentano il 67 per cento del totale. L’energia pulita, il secondo beneficiario, avrà invece solo il 19 per cento dei fondi raccolti.

 

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