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Gioiello del mare: Legambiente torna a denunciare gli illeciti turistici

(Rinnovabili.it) – “La criminalità organizzata ha sempre più interessi, e spesso è addirittura infiltrata, nel settore turistico della regione e prende di mira le coste e le bellezze del territorio per i suoi loschi affari. Serve l’impegno di tutti. La Calabria è una terra ricca di bellezze paesaggistiche, di storia e cultura, che devono essere valorizzate e non deturpate”. Con questa dichiarazione Legambiente torna a denunciare  la mano della criminalità organizzata sulle coste calabresi evidenziando il caso del complesso turistico-residenziale “Gioiello del mare”, già denunciato nel 2010.

Così dopo quattro anni Goletta Verde, torna a Brancaleone per denunciare gli illeciti nel turismo costiero ad opera della ‘ndrangheta, che danneggia e minaccia la bellezza delle coste joniche.

Legambiente torna quindi per non far dimenticare uno dei 17 villaggi sequestrati, il complesso “Gioiello del mare” realizzato su un’area di elevato valore ambientale oltre che di nidificazione delle tartarughe marine.

“È da lungo tempo che vigiliamo sul grande affare dei villaggi turistici – dichiara Antonio Nicoletti, responsabile Aree Protette di Legambiente – dietro i quali non è difficile scorgere le manovre della ‘ndrangheta. La magistratura e le forze dell’ordine stanno svolgendo in questi anni un lavoro encomiabile, ma la Calabria è ugualmente sconfitta: territori splendidi, coste incantevoli, luoghi suggestivi sono stati macchiati dal cemento selvaggio, nonostante le nostre puntuali e costanti denunce, a causa delle compiacenze di burocrati e amministratori che consentono sistematicamente l’aggiramento delle norme edilizie. Occorre continuare a vigilare contro questa sorta di “illegalità autorizzata”, ma soprattutto la società calabrese deve imparare a intervenire tempestivamente per difendere le nostre ricchezze ambientali, per contrapporre al turismo della ‘ndrangheta il modello virtuoso del turismo sostenibile. Le nostre denunce contro il villaggio “Gioiello del mare” e la cementificazione selvaggia di quel tratto di costa calabrese erano più che fondate e a nulla sono valsi i tentativi di intimidirci con azioni di querela per diffamazione che poi sono state archiviate. Quello che serve ora non è fare la guerra a chi denuncia gli scempi, ma una seria presa di coscienza del problema da parte di tutti, amministrazioni, cittadini e istituzioni affinché queste situazioni non si verifichino più. La Calabria è una terra ricca di bellezze paesaggistiche, di storia e cultura, che devono essere valorizzate e non deturpate”.

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