WWF e Coca Cola puntano alla gestione ambientale per salvaguardare le risorse e aumentare l'utilizzo delle fonti green per limitare l'impatto inquinante.
(Rinnovabili.it) – Acqua, clima, packaging e agricoltura sono tra i nuovi campi di interesse evidenziati dall’accordo che lega la Coca-Cola Company e il World Wildlife Fund (WWF), decisi a migliorar il sistema di gestione ambientale e ampliare la collaborazione che da tempo li lega.
“Assistiamo oggi in tutto il mondo a una domanda di risorse naturali senza precedenti. Continuare a produrre come in passato rappresenta un rischio, anche per la redditività aziendale”, ha precisato Carter Roberts, Presidente e CEO del World Wildlife Fund. “Questi problemi possono essere risolti solo lavorando insieme, e il nostro impegno a fianco di Coca-Cola è la prova che collaborare può amplificare e accelerare l’impatto delle nostre azioni”.
Utilizzo sostenibile dell’acqua, dell’energia e degli imballaggi, approvvigionamento delle risorse fino al 2020 sono alcuni dei principi sui quali si basano TCCC e WWF, che vogliono promuovere la salvaguardia ambientale già nella fase decisionale del processo con la speranza di riuscire a coinvolgere il maggior numero possibile di partner internazionali.
“In questo nostro mondo, in cui lo sfruttamento delle risorse e la domanda di cibo e acqua a livello globale non cessano di aumentare, siamo chiamati a ricercare soluzioni in grado di creare benefici tanto al commercio, quanto alle comunità e alla natura” ha affermato Muhtar Kent, Chairman e Chief Executive Officer di The Coca-Cola Company.
Tra i nuovi obiettivi al 2020 l’incremento dell’efficienza dell’utilizzo dell’acqua del 25%, l’impegno a mantenere sistemi di acqua dolce salubri e resilienti, riduzione delle emissioni di anidride carbonica delle “bevande chiavi in mano” del 25%, reperimento responsabile di materiale per il packaging PlantBottle™, fonti sostenibili per gli ingredienti agricoli chiave, reintegrazione al 100% dell’acqua utilizzata, raggiungimento di un tasso di recupero pari al 75% di bottiglie e lattine nei mercati sviluppati.