Il ministro dell'Ambiente: “Cambiamo colore all'Europa: da brown a green. Da qui al 2020 potrebbero essere creati oltre 20 milioni di posti di lavoro verdi"
(Rinnovabili.it) – Tra il 2002 e il 2011 in Europa sono nati 4 milioni di green job. Una cifra che potrebbe quintuplicare entro il 2020 secondo le stime della Commissione Europea e che costituisce anche la sfida lanciata dal ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti. Il ministro ha presentato oggi in un conferenza presso la sede della stampa estera a Roma, le linee guida del programma per il semestre di presidenza italiano dell’Unione Europea, mettendo al centro dell’azione politica l’ambiente. Un elemento non fine a sé stesso ma moltiplicatore di crescita ed occupazione. A dimostrare che questa è una strada non solo percorribile ma di sicuro successo, sono le aziende che sono cresciute in questi anni, in termini di fatturato e occupazione, ovvero “ quelle che hanno lavorato nella green economy”. “Cambiamo colore all’Europa: da brown a green”, ha affermato il ministro. “Da qui al 2020 potrebbero essere creati oltre 20 milioni di posti di lavoro verdi. E’ necessario utilizzare in pieno le risorse europee – ha aggiunto – per un budget stimato di 1000 miliardi di euro di fondi Ue 2014-2020, dove circa il 20% sarà utilizzato per migliorare i target delle emissioni”.
Nei prossimi sei mesi la Presidenza italiana promuoverà un dibattito sulla crescita verde e sulla creazione di posti di lavoro, mediante l’organizzazione di una riunione informale del Consiglio congiunto dei ministri dell’Ambiente e dell’Occupazione. La discussione si baserà sulla Comunicazione della Commissione sui posti di lavoro verdi, che sottolinea sfide quali: colmare il divario di competenze, anticipare il cambiamento e sostenere gli adeguamenti necessari per la creazione di posti di lavoro.
In questo contesto, tenendo conto delle discussioni in seno al Consiglio informale e basandosi sulle varie comunicazioni in materia di economia verde, già citate, la Presidenza lavorerà per inverdire il semestre europeo, assicurando che i ministri dell’Ambiente apportino al processo contributi tempestivi e adeguati per concorrere alla preparazione dell’Analisi annuale della crescita 2015 e alla revisione della Strategia Europa 2020.