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FVG: nuovi contributi alle reti di teleriscaldamento

Vito: “Abbiamo pensato a misure specifiche per l'incentivazione alla realizzazione di nuove reti di teleriscaldamento ma anche all'estensione di reti esistenti"

reti di teleriscaldamento
Foto di Severin Herrmann da Pixabay

Nuovi input per le reti di teleriscaldamento collegate agli impianti a biomassa

(Rinnovabili.it) – Il Friuli Venezia Giulia investirà nuovamente nelle reti di teleriscaldamento. Negli ultimi dieci anni, la Regione ha promosso lo sfruttamento delle bioenergie locali attraverso una serie di interventi che vedevano nella tecnologia del “District Heating” uno delle opzioni chiave. Al 2011 risultavano attivi nei confini regionali 17 impianti per una potenza complessiva di 12,4 MW.

Il settore acquista oggi nuovi strumenti di sostegno: un pacchetto di incentivi per la progettazione e realizzazione di impianti di teleriscaldamento alimentati a biomasse. Il regolamento che ne disciplina l’erogazione è stato approvato la scorsa settimana dalla Giunta regionale su proposta dell’assessore all’Ambiente Sara Vito, e prevede l’assegnazione di contributi per l’installazione di centraline a biomasse e per il potenziamento di quelle esistenti. I destinatari della misura sono Comuni e Unioni territoriali Intercomunali (Uti) del Friuli Venezia Giulia, che potranno impiegare le risorse non solo sui singoli impianti ma anche sullo sviluppo infrastrutturale: nuove reti di teleriscaldamento, estensione di quelle pre-esistenti o realizzazione di nuovi allacciamenti a reti alimentate da centraline a biomassa.

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Come spiega Vito, i nuovi  incentivi sono in linea con l’azione programmatica del PER, il Piano energetico regionale, che riconosce esplicitamente la necessità di “favorire gli interventi di miglioramento, ammodernamento e di razionalizzazione delle infrastrutture energetiche lineari con particolare riguardo a quelle elettriche e realizzazione di reti di teleriscaldamento”.

“Questo tipo di tecnologia – ha aggiunto l’assessore – sta trovando grande diffusione in tutta la Comunità europea anche in ragione del raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità e riduzione delle emissioni in atmosfera: le centraline che producono il calore distribuito dalla rete di teleriscaldamento non utilizzano combustibili fossili ma biomasse di origine vegetale, come il cippato di legno, garantendo un beneficio ambientale in termini di riduzione dell’anidride carbonica emessa in atmosfera e di risparmio sulle tonnellate equivalenti di petrolio”.

“Inoltre – ha evidenziato Vito – l’utilizzo del calore proveniente dalla rete di teleriscaldamento permette lo spegnimento delle caldaie con l’ulteriore beneficio di ridurre le emissioni inquinanti a livello locale e migliorare la qualità dell’aria”.