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Fracking: lo stop della Commissione ambiente

L’Italia colma un vuoto legislativo vietando il fracking entro i confini nazionali. Il relatore, Enrico Borghi: “Tutelate le falde acquifere e il sottosuolo”

Fracking lo stop della Commissione ambiente 300(Rinnovabili.it) – In Italia il fracking è vietato. Lo ha stabilito ieri la Commissione Ambiente della Camera, che ha dato il via libera ad un emendamento al Collegato ambientale. Un divieto che gli ambientalisti chiedevano da tempo, dato che per la fratturazione idraulica non sussisteva ancora una normativa che indirizzasse il legislatore nel nostro Paese. La ricerca di idrocarburi non convenzionali, pertanto rimarrà affare statunitense o al massimo di qualche altro Stato europeo. Enrico Borghi, membro della Commissione e relatore del provvedimento, ha dichiarato che «con questa decisione si è scelto di tutelare le falde acquifere e il sottosuolo». Nel testo si legge che si è fatto appello al principio di precauzione anche «per quanto attiene il rischio sismico e la prevenzione di incidenti rilevanti». Ma come sapere se il fracking è già stato praticato “in segreto” entro i confini nazionali? Sempre maggiori studi denunciano infatti il legame di queste tecniche con la formazione di terremoti e inquinamento delle acque profonde. Alcuni hanno anche ventilato l’ipotesi che un’operazione di fracking avesse contribuito al terremoto in Emilia del 2012, quando invece pare si trattasse di un tentativo di stoccaggio del metano nel sottosuolo di Rivara.

 

Il tentativo della Commissione ambiente è quello di far “confessare” le compagnie che trivellano il suolo italico: «I titolari dei permessi di ricerca o di concessioni di coltivazione – recita infatti il testo dell’emendamento – comunicano entro il 31 dicembre 2014 al Ministero dello Sviluppo economico, al Ministero dell’Ambiente e all’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, i dati e le informazioni relativi all’utilizzo pregresso di tali tecniche per ciascun titolo, anche in via sperimentale». Non solo: saranno tenuti anche a comunicare i dettagli degli additivi chimici adoperati, precisandone la composizione. E chi non si adegua perde il titolo concessorio o il permesso. La misura piace ad Ermete Realacci, presidente della Commissione ambiente della Camera, che plaude ai relatori: «Si tratta di un provvedimento molto importante e articolato, che promuove misure in sostegno della green economy e per il contenimento dell’uso eccessivo di risorse naturali».