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Fondi sostenibili: rispondono meglio alla crisi dei mercati

Di fronte alla crisi finanziaria generata dalla pandemia, i fondi sostenibili sembrano garantire maggiore stabilità

(Rinnovabili.it) – Nel bel mezzo della crisi finanziaria generata dalla pandemia di covid-19, i fondi sostenibili stanno rendendo molto più di quanto si potesse prevedere, soprattutto rispetto ai “fondi convenzionali” legati agli investimenti sull’industria fossile. Con un crollo del prezzo del petrolio che ha inciso pesantemente sul valore di tutte le attività finanziarie, i cosiddetti fondi ESG (Environmental, Social, and Governance, vale a dire ambientali, sociali e di governance) sembrano resistere alla tempesta meglio di quei fondi che, secondo precedenti valutazioni, avrebbero dovuto essere considerati più stabili per gli investitori.

Secondo un’analisi di Bloomberg, i fondi sostenibili sono scesi in media di circa il 12% dall’inizio del 2020. Se, in tempi ordinari, questa percentuale avrebbe indicato certamente un crollo considerevole, bisogna sottolineare che è solo la metà del peggioramento registrato da S&P 500, un indice realizzato da Standard & Poor’s che segue l’andamento di un paniere di 500 aziende statunitensi, la maggior parte delle quali legata all’industria fossile. In un’altra analisi condotta da Morningstar su circa 200 fondi statunitensi emerge che, sebbene i fondi ESG abbiano subito un duro colpo, stanno comunque registrando una prestazione nettamente migliore dei loro omologhi fossili.

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I sostenitori dei fondi sostenibili hanno sempre affermato che, sul lungo periodo, i fondi ESG sono più stabili e possono garantire più guadagni per gli investitori. Tuttavia, le analisi sulla convenienza di questi fondi sono state complicate dal fatto che gli istituti finanziari non hanno una definizione universalmente accettata di ESG. Negli Stati Uniti, ad esempio, i gestori di portafogli possono applicare questa etichetta in modo indiscriminato e, di conseguenza, alcuni fondi ESG sono stati accusati di greenwashing. Proprio a causa di questa mancanza di uniformità, bisogna considerare con cautela il recente successo finanziario di un pool così diversificato di investimenti.

Tuttavia, è innegabile che i fondi sostenibili stiano ottenendo risultati migliori rispetto ai fondi fossili, dando credito ad un crescente consenso sul fatto che i cosiddetti investimenti socialmente responsabili possano determinare generalmente dei profitti migliori. Secondo Gabriel Thoumi, direttore di Planet Tracker (think tank no profit che lavora allo sviluppo di mercati finanziari sostenibili), i fondi ESG hanno anche maggiori probabilità di includere società tendenzialmente più trasparenti rispetto alla loro catena di approvvigionamento.

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Infatti, quando le società forniscono quanti più dati possibili, le imprese di investimento possono svolgere un lavoro migliore nell’individuare dei possibili rischi. Di conseguenza, i gestori di portafoglio che progettano fondi sostenibili ESG possono individuare (ed eliminare) con maggiore facilità quelle società più vulnerabili alle fluttuazioni finanziarie, come quelle dovute, ad esempio, al crollo dei prezzi del petrolio e/o alle interruzioni della catena di approvvigionamento.

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