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Finestre fotovoltaiche made in Italy

Finestre fotovoltaiche made in Italy

 

(Rinnovabili.it) – La direttiva europea NZEB ha posto precisi obblighi a suoi stati membri: che entro la fine del 2021 tutti gli edifici di nuova costruzione siano a energia quasi zero o Near Zero Energy Building (da cui l’acronimo). Rispettare il provvedimento significherà migliorare la prestazione energetica degli immobili, dotandoli anche di una serie di impianti di produzione energetica integrati nell’architettura dell’edificio. Come, ad esempio, le innovative finestre fotovoltaiche di Glass to Power, spin off Università di Milano-Bicocca.

 

Finestre fotovoltaiche made in ItalyFrutto dell’evoluzione intelligente del Building-Integrated Photovoltaic, questa sorta di infissi 3.0 nascono con un semplice obiettivo: garantire al proprietario di casa comfort abitativo e autoproduzione energetica in un colpo solo. Nella versione declinata Glass to Power, la tecnologia cuore del prodotto è quella dei Concentratori Solari Luminescenti (LSC). Si tratta di lastre di materiale trasparente (solitamente plastica o vetro) nelle quali sono incorporate speciali nanoparticelle fluorescenti che catturano e concentrano la luce solare riemettendone una parte all’interno della lastra medesima. Quindi, piccole celle solari poste lungo il perimetro della finestra raccolgono la luce intrappolata, convertendola in elettricità.

 

La tecnologia ha diversi pro che l’hanno resa fin da subito appetibile. A differenza dei tradizionali sistemi fotovoltaici, i sistemi di questo tipo funzionano bene anche in condizioni di scarsa illuminazione diretta, proprio in virtù del fatto che la concentrazione della radiazione migliora l’efficienza di conversione delle celle solari disposte ai bordi. Inoltre non continente sostanze tossiche come cadmio o altri metalli e i pannelli sono incolori, superando così uno dei limiti più grandi per l’applicazione in edilizia civile, ovvero l’impatto estetico.

 

I Concentratori Solari Luminescenti nati in Bicocca, sono stati messi a punto grazie all’uso di quantum dot, particelle di semiconduttori su scala nanometrica, le cui proprietà optoelettroniche cambiano in funzione delle dimensioni e forma. A realizzarli, un team di ricerca del Dipartimento di Scienza dei Materiali dell’ateneo milanese, coordinato dai professori Francesco Meinardi e Sergio Brovelli, in collaborazione con il gruppo guidato da Victor I. Klimov del Los Alamos National Laboratory (U.S.A.) e con Hunter McDaniel dell’azienda UbiQD. A poco più di un anno dalla pubblicazione del loro lavoro su Nature Nanotechnology, Meinardi e Brovelli hanno deciso di dar vita a Glass To Power, in partnership con la società di consulenza tecnologica Management Innovation.  L’obiettivo? Portare sul mercato le loro finestre fotovoltaiche a LSC.

 

Il piano di sviluppo industriale prevede la valorizzazione di una famiglia di brevetti realizzati dal team scientifico di Milano-Bicocca su nuove classi di nano materiali, per arrivare alla produzione di finestre e vetrate in grado di generare potenze fino ad oltre 50 W per metro quadro senza alcun impatto estetico sugli edifici in cui verranno installate. Lo spin-off Glass to Power ha un capitale iniziale di 300 mila euro interamente finanziato da privati e un folto gruppo di soci, tra cui De Nora, leader mondiale nell’elettrochimica, la società Karma, finanziaria della Famiglia Amodeo, la società TEC di Milano, specializzata in progetti di efficienza energetica, e diversi soci individuali che hanno creduto sin da subito in questa avventura. Il 20 per cento della nuova società sarà detenuto da un Core costituito pariteticamente al 5 per cento dalla stessa Università, dai due inventori Sergio Brovelli e Francesco Meinardi e da Management Innovation. Un ulteriore aumento di capitale è già in agenda entro la fine del 2016.

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