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Finanziamenti al carbone, la Deutsche Bank pronta a uscire di scena

L’istituto bancario annuncia lo stop ai nuovi finanziamenti e la riduzione graduale dell’esposizione nel settore carbonifero

Finanziamenti al carbone, la Deutsche Bank pronta a uscire di scena

 

(Rinnovabili.it) – Era un addio quasi prevedibile quello pronunciato oggi dalla Deutsche Bank e dalle sue controllate nei confronti del carbone. L’istituito di credito tedesco, ricalcando i passi già compiuti dalla francese BNP Paribas, ha annunciato la volontà di ritirarsi progressivamente dal settore carbonifero. Stop a tutti i nuovi finanziamenti, sia quelli diretti all’attività mineraria e a quella di produzione elettrica, e un piano per diminuire progressivamente l’esposizione negli investimenti pregressi.

 

In una nota stampa, il gigante bancario ha tenuto a precisare che la decisione è in linea con gli impegni assunti a margine della COP 21 di Parigi insieme ad altre 400 aziende pubbliche e private, per contribuire a combattere il riscaldamento globale. Ma non ci sono solo le pressioni ambientaliste dietro questa scelta. L’industria del carbone sta vivendo un momento storico travagliato dal punto economico. Solo pochi anni fa, il settore era in piena crescita, travolto da una mania globale di materie prime, e nel tentativo di soddisfare la domanda apparentemente insaziabile dalla Cina.

 

Nel frattempo gas e rinnovabili sono riusciti a conquistare una maggiore economicità e quasi contemporaneamente il Gigante asiatico ha tirato il freno sui consumi. La prima a soffrirne è stata l’industria del carbone americana, la stessa che spera ora nel miracolo Trump.

Per i primi dieci istituti di credito nel settore è significato quasi dimezzare i ritorni degli investimenti in soli 4 anni.

In realtà per la Deutsche Bank i primi segni di una marcia indietro erano ben visibili fin da questa primavera quando nel corso della riunione generale annuale, i dirigenti avevano annunciato che non vi sarebbero state nuove espansioni nel comparto. La banca si è anche sfilata dall’accordo per finanziare l’ampliamento del porto Abbot Point per trasformarlo nel più ampio scalo del carbone esistente a mondo. La motivazione ufficiale? La mancanza di consenso sugli impatti provocati alla vicina Grande Barriera Corallina.