In tema di finanza climatica globale l'Ue sta facendo molto ma un rapporto della Corte dei Conti rivela la mancanza di coesione e di collaborazione
(Rinnovabili.it) – “L’UE deve rafforzare il coordinamento sulla finanza climatica globale”. Lo ha affermato la Corte dei Conti europea ricordando che le conseguenze dei cambiamenti climatici potrebbero presto costringere alla povertà milioni di persone nei paesi in via di sviluppo.
In un documento presentato proprio oggi l’Ue ha ricordato di essere, insieme ai 28 Stati Membri, il maggior finanziatore per i progetti climatici a favore del miglioramento delle condizioni dei paesi in crescita. Nonostante questo, la collaborazione tra le parti non è ancora adeguata.
“Secondo l’UE per massimizzare l‘impatto la Commissione e gli Stati membri dovrebbero collaborare più strettamente”, ha affermato Gijs de Vries, responsabile della stesura della relazione. “La Commissione non ha esercitato una leadership sufficiente e gli Stati membri non sono stati adeguatamente sensibili alle sue iniziative.”
Nel 2009, i paesi sviluppati hanno concordato un “Fast Start Finance” del valore di 30 miliardi di dollari per il periodo 2010-2012 e stabilito un impegno a lungo termine di 100 miliardi di dollari all’anno entro il 2020, ma i 28 e la Commissione non hanno concordato in che modo soddisfare il loro impegno a lungo termine e non appare ancora chiaro in che modo l’Ue abbia deciso di procedere per il finanziamento rapido. Inoltre, lamenta il documento, non vi è alcun accordo a livello dell’UE su come definire i finanziamenti per il clima e per un monitoraggio efficace, mentre si evidenziano lacune nella realizzazione di un sistema di rendicontazione e di uno di verifica dei processi.
Visto che nel mondo sono numerosi i fondi creati per il sostegno delle popolazioni danneggiate dal clima la mancanza di coordinamento e comunicazione rischia di rappresentare un ostacolo reale al raggiungimento degli obiettivi fissati.