(Rinnovabili.it) – Addio al divieto di smaltimento dei materiali riciclabili in discarica. Sull’economia circolare, la Commissione europea sembra avere altri piani rispetto ai predecessori, come emerge dalle proposte legislative del Pacchetto economia circolare. La bozza contiene anche l’obiettivo di aumentare gradualmente la quota di riuso o riciclo dei rifiuti urbani al 2030, ma il target è inferiore a quello proposto dall’esecutivo Barroso, che ha terminato il suo mandato l’anno scorso.
Il mese prossimo, le proposte definitive verranno rese pubbliche, ma potrebbero concedere ad alcuni Stati membri 5 anni in più per raggiungere gli obiettivi. Vi sono infatti molte differenze fra Paesi, alcuni dei quali estremamente distanti (come l’Italia) dal traguardo.
La precedente Commissione aveva vietato il conferimento in discarica di materiali riciclabili entro il 2025. Ma le sue proposte del 2014 sono state cestinate all’inizio di quest’anno per far posto a quello che l’attuale Commissione promette essere un insieme più completo di politiche che va al di là degli obiettivi di smaltimento.
La Commissione sta valutando sia un target minimo di riciclo del 65% che uno del 70% per i rifiuti urbani entro il 2030. L’esecutivo Barroso partiva da un più ambizioso 70%. Rimane da definire anche l’obiettivo generale per riciclo e riuso di materiale di imballaggio, e i relativi sotto-obiettivi specifici per materiale. La proposta precedente includeva un riciclo minimo dell’80% e un obiettivo di riutilizzo per tutti i rifiuti di imballaggio per la fine del 2030.
Sui rifiuti alimentari, le proposte di Bruxelles si fermano alle raccomandazioni. La direttiva cancellata dalla Commissione Juncker chiedeva una riduzione di almeno il 30% tra il 2017 e la fine del 2025.
In definitiva, si prospetta un peggioramento delle ambizioni europee sul riciclo e la gestione sostenibile dei rifiuti. Lo stesso ministro dell’Ambiente italiano, Gian Luca Galletti, aveva criticato l’intenzione di cestinare il lavoro della precedente Commissione per riproporre da zero una normativa sull’economia circolare. Dietro le dichiarazioni altisonanti, vi era la volontà di ammorbidire gli obiettivi e favorire i governi meno laboriosi.