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Facebook: un drone solare contro il digital divide

Facebook un drone solare contro il digital divide

 

(Rinnovabili.it) – Nome in codice: Aquila. Come il rapace caro a Zeus, che portava tra gli artigli le saette del re degli dei dell’Olimpo, il drone solare di Facebook sembra che avrà capacità mai esplorate. Secondo il New York Times potrà restare in aria per tre mesi senza soste, peserà quanto un’automobile ma avrà l’apertura alare di un Boeing 767. Avrà una forma a “V” e sarà la risposta della multinazionale americana a Google e Amazon.

La società di Mark Zuckerberg ha deciso di avventurarsi in un campo letteralmente in espansione, quello dei droni. Secondo quel che riporta il quotidiano newyorkese, starebbe preparando una flotta di robot senza pilota con lo scopo di facilitare l’accesso a Facebook ai 5 miliardi di persone che ancora non hanno un profilo sul social network. L’iniziativa fa parte del progetto Internet.org, che la multinazionale social ha deciso di lanciare per contribuire a colmare il digital divide.

 

Aquila dovrebbe essere in grado di fornire accesso alla rete tramite segnali laser da oltre 18 mila metri di altezza, e i suoi primi test di volo avranno inizio questa estate. Per vedere lo sviluppo commerciale del progetto, tuttavia, è già preventivato che servirà qualche anno.

Facebook ha potuto gettarsi nel mercato dei droni attraverso l’acquisizione (era il 2014) di Ascenta, una azienda che lavora su questo tipo di dispositivi specificamente nel settore dell’alimentazione ad energia solare. Ma per il faraonico progetto di Zuckerberg non è abbastanza: secondo alcuni portali specializzati, infatti, il giovanissimo magnate dell’informatica sarebbe alla ricerca di partner per implementare l’iniziativa.

 

In una gara dove si gioca una bella fetta di interessi per il dominio di Internet, dopo lo scatto di Google (che gestisce palloni aerostatici e droni) e Amazon (che sperimenta la consegna tramite velivoli senza pilota) Facebook è sotto pressione. Con il progetto Aquila intende dimostrare che è in grado di rispondere competitivamente a piani che sono più speculativi e d’immagine che non realmente produttivi. Quanto frutterà l’acquisto di mille droni solari per espandere l’accesso alla rete? E quanto frutterà in denaro la connessione degli utenti a questi dispositivi? Davvero la domanda bilancerà l’offerta? È tutto da vedere.

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