(Rinnovabili.it) – Via il fossile, largo all’energia dal mare. La decisione l’ha presa il Sealife Center di Seward, in Alaska. Il complesso è luogo di ricerca e di promozione della consapevolezza sulla fauna e sulla flora dell’ambiente marino. Il centro ha anche una parte dedicata al salvataggio degli animali in difficoltà e alla loro riabilitazione. Visto che la sua missione è così strettamente legata all’acque dell’oceano, la direzione ha deciso di convertire l’intera struttura all’energia pulita, prendendola proprio dal mare.
E adesso il Sealife Center è alimentato al 98% da rinnovabili. Un risultato assolutamente non scontato, se si pensa che la struttura è molto grande e che deve affrontare il gelido clima dell’Alaska. Dalla sua fondazione, il centro faceva affidamento su caldaie elettriche e a petrolio per il riscaldamento. Fino al 2011, quando è stata lanciata l’idea di riconvertire l’edificio dal punto di vista energetico.
Per abbandonare il fossile bastava guardare a pochi metri di distanza, alle acque della Resurrection Bay. Così è iniziata la costruzione della pompa di calore che doveva soddisfare il fabbisogno energetico dell’intera struttura. Per i primi anni il nuovo sistema riusciva a coprire solo in parte le necessità per l’acqua calda e il riscaldamento a pavimento, quindi alcune delle vecchie caldaie restavano in funzione.
Di recente il centro ha messo a punto un sistema migliorato per prendere energia dal mare. Il risultato, stimano i ricercatori, è il taglio di oltre 500 t di emissioni di CO2 e un risparmio mensile di 15.000 dollari sul riscaldamento. Soldi che il centro può reinvestire nelle sue attività di ricerca.
Come funziona la pompa di calore del Sealife Center? Resurrection Bay è molto profonda e immagazzina bene il calore. D’inverno l’acqua in profondità resta nettamente più calda dell’aria in superficie. L’acqua di mare viene pompata attraverso uno scambiatore di calore che riscalda una miscela di acqua e glicole (con funzione antigelo). Il liquido refrigerante (in questo caso CO2) evapora al contatto con l’acqua più calda, poi viene compresso e infine messo in circolo nel sistema di riscaldamento dopo un passaggio in un condensatore.