Riprendendo le motivazioni già ampliante spiegate da Legambiente, il gruppo consiliare Sì Toscana a Sinistra chiede al Consiglio Regionale di fermare l’ampliamento della miniera di eurite gestita dalla società Eurit. A rischio territorio e ambiente
Sì Toscana a Sinistra e Legambiente insieme contro il progetto Eurit per l’ampliamento della miniera di eurite a Porto Azzurro
(Rinnovabili.it) – Il gruppo consiliare Sì Toscana a Sinistra ha presentato in Consiglio regionale una mozione con la quale si chiede – nuovamente – di non procedere all’ampliamento della miniera di eurite nella zona de La Crocetta, nel comune di Porto Azzurro. Presentato dalla società Eurit, il progetto di ampliamento è in questo momento in esame in Regione Toscana, attraverso la conferenza dei servizi.
Nel 2017 Legambiente aveva già espresso parere negativo al progetto di ampliamento del complesso minerario. L’associazione temeva che il progetto avrebbe portato a “forti impatti paesaggistici e ambientali” su di un territorio – la Piana di Mola – già gravemente minacciata dall’attività antropica. Parere ribadito da Legambiente nel novembre del 2018, ma non condiviso dalle sigle sindacali e dalle associazioni dei lavoratori, preoccupate al contrario della questione occupazionale.
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La vicenda si è “sbloccata” a novembre 2019 con l’approvazione da parte del Comune di Porto Azzurro (delibera di Consiglio comunale n. 63 del 12 Novembre 2019) della Variante al Regolamento urbanistico e al Piano Strutturale per l’ampliamento dell’area della miniera in località “Crocetta”. Così definito, il progetto consentirà a Eurit di rimuovere un’intera cima di una collina (circa 6 ettari ed una volumetria complessiva di 818.000 metri cubi di escavo), con un fortissimo impatto paesaggistico e ambientale.
Da qui, la “risposta” di Sì Toscana a Sinistra, che con una nota pubblicata sul sito internet, ha annunciato di aver presentato in Consiglio regionale una mozione per chiede di non procedere all’ampliamento. “Il progetto di ampliamento presentato da Eurit – dichiarano Tommaso Fattori e Paolo Sarti di Sì Toscana a Sinistra – consiste nell’intero sbancamento della sommità di una collina, con un enorme impatto sul paesaggio e sull’ambiente. Ci chiediamo davvero come sia possibile autorizzare la tecnica del ‘Mountaintop removal mining’, distruttiva del paesaggio e criticata in tutto il mondo. Occorre superare il vecchio modello estrattivista che rapina e dissipa ricchezze irrecuperabili come il paesaggio e l’ambiente. Oltretutto si interviene su un crinale e su un’area già penalizzati dall’attuale attività della miniera e dove sono presenti specie protette, con boschi misti di lecci, macchia mediterranea e specie di grande valore come le sughere”.
“L’intervento – concludono Fattori e Sarti – deve essere annullato, nel rispetto più rigoroso del Pit e piano paesaggistico, a tutela dell’ambiente e della biodiversità dell’area, ma anche a tutela delle attività turistiche e agricole della piana di Mola, alle spalle di Porto Azzurro, e dei comuni limitrofi di Capoliveri e Portoferraio”.
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