Secondo la Corte dei Conti le politiche destinate all'efficienza energetica degli edifici dell'UE sono ancora poco ambiziose ed inadempienti.
(Rinnovabili.it) – Poco ambiziosa e inadempiente, sono queste le parole con cui la Corte dei Conti ha definito la politica immobiliare dell’Unione Europea considerata scarsamente attenta alla promozione dell’efficienza energetica negli edifici.
Nello Special Report pubblicato dalla Corte dei Conti si legge chiaramente l’inadempienza da parte della Commissione, del Parlamento e del Consiglio Europeo nella diffusione delle norme di bioedilizia sia per le nuove costruzioni che per le ristrutturazioni, al fine di raggiungere gli obiettivi di riduzione delle emissioni inquinanti e della spesa energetica prefissati.
L’analisi ha riguardato il periodo compreso tra il 2005 ed il 2013, arrivando alla considerazione che, nonostante ci sia stata una progressiva riduzione delle emissioni di gas serra dovute agli edifici, l’approccio risulta ancora poco sistematico, lasciando agli organi interessati la possibilità di scegliere facoltativamente se aderire alle iniziative per l’efficienza energetica o meno.
Soluzioni come il Green Public Procurement (GPP), destinato a coloro che desiderano acquistare i prodotti più verdi presenti sul mercato edile, o come il Green Building Programme (GBP), che incoraggia i proprietari di immobili non residenziali ad utilizzare misure per l’efficienza energetica degli edifici, se sistematicamente applicate potrebbero portare ad una riqualificazione massiccia del patrimonio edilizio europeo, riducendo i consumi di ciascun immobile di oltre un terzo.
Paradossalmente, “Nessuna delle istituzioni controllate dall’UE ha aderito all’approccio promosso dagli strumenti GPP e GBP per riqualificare le costruzioni di Bruxelles”, hanno sottolineato i revisori nella relazione.
Tuttavia la Commissione si difende sottolineando che buona parte degli edifici delle sedi centrali di Bruxelles sono ancora in costruzione o ristrutturazione, ricordando inoltre che la stessa politica energetica fissata dall’Energy Efficiency Directive (2012/27/EU) che obbliga gli Stati Membri a rinnovare ogni anno il 3% degli edifici occupati dalle loro sedi governative, vale anche per le strutture della commissione.
“Il consumo medio di energia per metro quadro per gli immobili della Commissione a Bruxelles è diminuito di oltre il 30% tra il 2005 e il 2013, ovvero più del 4% l’anno”, ha affermato Marc Seguinot, Capo unità nel OIB, responsabile della gestione degli edifici della Commissione. “Questi importanti risultati ci hanno incoraggiato ad andare oltre, abbiamo in programma importanti lavori di ristrutturazione degli edifici della Commissione dal 2019”.