Grazie al Fondo Kyoto tutte le 248 strutture che hanno fatto domanda accederanno ai finanziamenti a tasso agevolato per migliorare l'efficienza delle scuole
(Rinnovabili.it) – Tutti i soggetti pubblici ed i proprietari di immobili destinati ad edifici scolastici che hanno presentato domanda al Ministero dell’Ambiente vedranno finanziati i loro progetti per aumentare l’efficienza delle scuole italiane.
Questo salto verso la sostenibilità dell’edilizia scolastica è possibile grazie ai 350 milioni del Fondo Kyoto, gestito dalla Cassa Depositi e Prestiti, che è stato in grado di accogliere tutte le richieste, che in totale ammontavano a 110 milioni di euro.
Le domande che sono state inviate in base alle disposizioni del DM 14 aprile 2015, hanno avuto come oggetto la riqualificazione energetica di scuole pubbliche, asili nido, atenei universitari e strutture di alta formazione artistica, musicale e coreutica.
Per ottenere i finanziamenti a tasso agevolato il successo del progetto dovrà essere testimoniato da un attestato di prestazione energetica, redatto in seguito ad un’attenta analisi dell’edificio. In caso di mancato raggiungimento degli obiettivi e dei requisiti tecnici minimi stabiliti dal Conto Termico, il finanziamento verrà revocato.
Le caratteristiche dei finanziamenti per l’efficienza delle scuole
Gli enti beneficiari otterranno i fondi per gli interventi descritti nella richiesta con un tasso agevolato dello 0,25% e dovranno garantire un miglioramento di almeno due classi di efficienza energetica in 3 anni. Oltre all’aspetto dei consumi energetici le scuole dovranno assicurare la massima sicurezza agli alunni e, se presenti, bonificare le parti in amianto.
Gli importi massimi sono stabiliti in base alla natura del progetto; se si tratta unicamente di diagnosi ed audit termico dell’edificio il tetto è di 30.000 euro, se invece l’intervento riguarda l’aspetto impiantistico il prestito massimo è di 1 milione di euro mentre se il progetto affronta anche aspetti strutturali l’importo sale fino a 2 milioni di euro.
Lo stesso discorso vale per le tempistiche: nel primo caso i fondi dovranno essere restituiti in 10 anni mentre nel secondo e nel terzo la rateizzazione è a 20 anni.