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Edilizia in legno: Waterstudio presenta la prima torre galleggiante

Credit: Waterstudio
Credit: Waterstudio

 

L’edilizia in legno come nuovo trend dell’architettura galleggiante

(Rinnovabili.it) – L’edilizia in legno è pronta a tornare sull’acqua ma stavolta senza palafitte di sostegno né nella veste di romantiche houseboat. Al contrario, la torre disegnata da Waterstudio, vi galleggia direttamente sopra aprendo le porte ad una prima mondiale: otto piani di legno lamellare a strati incrociati, dalle forme semplici e minimaliste, pensati per la costa olandese. “Anni fa, dopo aver adottato una “wood mindset” (letteralmente mentalità del legno) abbiamo esplorato ed esteso le conoscenze per l’uso del Cross Laminated Timber (CLT) nelle strutture galleggianti”, spiegano gli architetti sul loro sito web. “Tutto questo si traduce in questa torre galleggiante, unica e innovativa, progettata per la città di Rotterdam, commissionata dallo sviluppatore, in collaborazione con Hercules Floating Concrete”. Guardando i rendering, l’elemento naturale risulta quasi sempre in primo piano: i pannelli in legno sostituiscono il cemento dando respiro e leggerezza alla struttura, mentre grandi vetrate permettono di massimizzare l’uso della luce naturale. La torre sarà alta 40 metri e ospiterà principalmente uffici, assieme a un ristorante con terrazza, un bar, una galleria, aree destinate al pubblico e spazi ad hoc alla vegetazione (con tanto di mini orti interni, secondo quanto rivela Inhabitat).

E sebbene una volta completati i lavori sarà il primo edificio in legno a più piani ad essere posto sull’acqua anziché sul suolo, l’uso del CTL nell’architettura galleggiante è oramai diventata una tendenza. Il motivo lo spiega la stessa Waterstudio, vero e proprio leader mondiale quando si tratta di progetti sull’acqua  “I prodotti in legno massiccio possono essere pre-assemblati, le costruzioni in legno lamellare sono più leggere delle strutture in cemento e il legno è una risorsa rinnovabile”.

 

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D’altra parte l’edilizia in legno sta vivendo ottime annate come dimostrano i grandi progetti internazionali o, su scala più piccola, il mercato italiano. Questo comparto ha dalla sua il vantaggio di un’impronta ambientale più bassa rispetto all’edilizia tradizionale e al tempo stesso la capacità di assicurare ambienti abitati salubri e di ottima qualità.

Perché è importante? Perché il mondo delle costruzioni è responsabile oggi del 39 per cento di tutte le emissioni di CO2 a livello globale, di cui un 28 per cento legato alla gestione degli edifici e il restante 11 per cento proveniente dai materiali e dai processi impiegati nell’intero ciclo di vita dell’opera. Sotto l’attuale spinta demografica, gli esperti ritengono che per il 2030 il settore possa aver quasi duplicato le sue attuali dimensioni. Una crescita che avrà conseguenze serie conseguenze in uno scenario business-as-usual. L’architettura tradizionale fa, infatti, affidamento su enormi quantità di risorse, spesso limitate o dall’alto peso ambientale. Basti pensare al cemento: è la sostanza più utilizzata sulla Terra, dopo l’acqua, ed è legata a un allarmante impoverimento della sabbia del mondo.

 

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L’uso estensivo di un materiale naturale come il legno nelle costruzioni potrebbe contribuire in maniera sostanziale a limitare le percentuali emissive, data la capacità delle piante di immagazzinare carbonio durante la crescita. A patto ovviamente che il legname arrivi da una gestione sostenibile del patrimonio forestale. Allo stesso tempo questo materiale offre altre caratteristiche interessanti: è rinnovabile e riciclabile, consuma poca energia nelle fasi di produzione e posa in opera, offre resistenza alla trazione, assicura un buon isolamento termo-acustico ed durevole nel tempo.

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