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Economia circolare: deboli proposte dall’Europarlamento

La direttiva sull'economia circolare dovrà essere confezionata entro il 2015, ma mancano obiettivi vincolanti sull’efficienza nell’uso delle risorse

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(Rinnovabili.it) – Il Parlamento Europeo ha indebolito il pacchetto normativo sull’economia circolare. Con una risoluzione votata ieri in plenaria a Strasburgo, è stato approvato un testo controverso sull’utilizzo più efficiente delle risorse naturali. Il documento, scritto dalla deputata del Partito Popolare Sirpa Pietikäinen, è passato con 394 voti a favore, 197 contrari e 82 astensioni.

Chiede un aumento del 30% della produttività delle risorse entro il 2030, ma su base volontaria e non vincolante. Poco contano le parole sul possibile aumento del PIL dell’Unione di quasi l’1%, con la conseguente creazione di 2 milioni di posti di lavoro stabili.

 

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Sirpa Pietikäinen

Per raggiungere questo obiettivo, dice il Parlamento UE, è necessario dotarsi di target giuridicamente vincolanti per i rifiuti e gli imballaggi, nonché misure per ridurre l’incenerimento dei rifiuti non riciclabili, le discariche e disporre un taglio progressivo dei sussidi per gli inceneritori. La normativa, chiede Strasburgo, dev’essere approntata entro la fine dell’anno.

«Abbiamo bisogno di azioni legislative, informative ed economiche – ha detto la relatrice – In primo luogo, dobbiamo dotarci di una serie di indicatori e obiettivi. È necessaria una revisione della legislazione esistente, in quanto non riesce a comprendere il valore dei servizi ecosistemici. Abbiamo bisogno di un ampliamento del campo di applicazione della direttiva sulla progettazione ecocompatibile, un rinnovamento della direttiva sui rifiuti, e una particolare attenzione su alcuni settori come l’edilizia sostenibile».

 

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La risoluzione risponde a comunicazioni della Commissione sul Pacchetto economia circolare, depositato il 3 luglio 2014 ma ritirato a sorpresa lo scorso dicembre. Un atto che lascia temere il peggio da parte della nuova Commissione Juncker, che pure ha dichiarato di aver cestinato la direttiva per proporne una più stringente. Molti deputati europei sostenevano che bastasse semplicemente di aggiornare il testo esistente, che investiva rifiuti, imballaggi, discariche, veicoli fuori uso, batterie-accumulatori e RAEE. Ma il vicepresidente dell’esecutivo europeo, Frans Timmermans, ha ignorato le obiezioni.

La relazione di ieri esorta la Commissione a promuovere un approccio ambizioso in tema di politica del ciclo di vita del prodotto e della progettazione ecocompatibile. Questo dovrebbe portare anche ad una revisione della direttiva Ecodesign entro la fine del 2016, per far sì che venga ampliato il suo campo di applicazione coprendo tutti i gruppi di prodotti. All’esecutivo è stato richiesto, infine, di definire criteri quali la durata, la riparabilità, riutilizzabilità e riciclabilità e di elaborare misure per eliminare l’obsolescenza programmata.