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Economia a basse emissioni? C’è bisogno di segnali forti dall’Ue

Per una transazione verso una economia a basse emissioni di carbonio l'Ue deve lanciare segnali forti e chiari che siano in grado di supportare i mercati, parola di EESC

Economia a basse emissioni(Rinnovabili.it) – La transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio avverrà solo nel caso in cui l’Europa invii segnali forti e chiari ai mercati. Lo ha dichiarato il Comitato economico e sociale europeo (EESC) in occasione delle dichiarazioni rilasciate ieri ricordando che la trasformazione dovrà includere la forte espansione della generazione di energia da fonti rinnovabili e la sostanziale riduzione dell’utilizzo del carbone. Tutto questo sarà possibile solo grazie al supporto di un quadro normativo e di strumenti di mercato ad hoc, incluse tasse ambientali.

Strumenti di mercato che mirano a fissare un prezzo per le attività inquinanti per l’ambiente, in conformità con il “principio chi inquina paga” rivela i veri costi di produzione e di consumo premiando l’efficiena energetica e delle risorse e i comportamenti sostenibili.

 

“Al momento, l’uso di strumenti basati sul mercato nell’UE non è sufficientemente consistente e coerente. Gli Stati membri dell’UE non sfruttano appieno le opportunità che la transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio è in grado di offrire in termini di innovazione e modernizzazione dell’industria europea e di aumento dell’occupazione”, afferma Martin Siecker, relatore del parere dell’EESC sul tema  Market-based instruments towards a resource-efficient and low-carbon economy in the EU.

 

“I prezzi dell’energia sono diventati una questione delicata a causa dell’attuale crisi finanziaria ed economica e sono percepiti come un peso piuttosto che parte della soluzione alla crisi finanziaria. Ma questo è lontano dalla verità però: l’utilizzo di strumenti basati sul mercato per promuovere la transizione verso una efficiente delle risorse e un’economia a basse emissioni di carbonio non solo creano un’economia più verde, ma saranno anche in grado di sostenere la ripresa economica”, ha concluso Lutz Ribbe, co-relatore del parere dell’EESC.

 

Oggi l’Europa importa più di 500 miliardi di euro di gas e petrolio, in parte da regioni politicamente instabili. La sostituzione di importazioni di combustibili con energia a basse emissioni di carbonio generati nell’UE aumenterebbe la capacità di ripresa dell’economia europea e contribuirebbe a mantenere in forze i mercati dell’Europa. La riforma fiscale ambientale dovrebbe diventare parte integrante e permanente del semestre europeo, centrando l’adozione di adeguati prezzi per il carbonio nell’UE, ad un livello concordato a livello globale mentre particolare enfasi dovrebbe essere posta sulla promozione dell’efficienza energetica.