Dal Parco della Caffarella di Roma, a Ferrara, Torino e Francia: esplode la moda dell’eco-pascolo
(Rinnovabili.it) – Una proposta che ha scatenato polemiche e ironia sul web: introdurre l’eco-pascolo per far tagliare l’erba dei parchi di Roma da greggi di pecore e capre. L’annuncio è stato lanciato ieri durante una diretta Facebook da Pinuccia Montanari, assessore all’Ambiente della giunta Cinque Stelle guidata da Virginia Raggi. Rispondendo alle richieste di alcuni utenti circa la cura del verde che nella Capitale è ormai lasciata a sé stessa, l’assessore ha detto: “La sindaca recentemente mi ha sollecitato l’utilizzo delle pecore e degli animali per effettuare questa attività, che già viene fatta al parco della Caffarella e che vorremmo estendere agli altri parchi e alle grandi ville. È un modo semplice, che fanno in altre grandi città come Berlino, ci sembra giusto e interessante”.
Un annuncio che ha portato un mare di polemiche condite da amara ironia per questa trovata bizzarra e che non sembrerebbe portare giovamento alle aree verdi della Capitale che versano in uno stato di completo abbandono. Come fa sapere il fattoquotidiano.it che ha contattato il Campidoglio per avere maggiori dettagli, “L’assessora parlava dei grandi parchi di campagna. Si è fatto appositamente l’esempio della Caffarella”. Una precisazione che escluderebbe un gran numero di parchi più piccoli e di Ville della Capitale. Una proposta che lascia aperti diversi punti interrogativi legati alla cura degli animali, alla raccolta dei loro escrementi, ad un luogo dove tenerli durante la notte. L’idea, tuttavia, è stata accolta a braccia aperte dalla Coldiretti: “Con cinquantamila pecore allevate nel comune di Roma, la capitale può contare su un vero esercito di tosaerba naturali. Un’opportunità che è stata colta già in molte altre realtà e che consente di sostituire falciatrici e decespugliatori, abbattere rumori ed emissioni e garantire in più la concimazione naturale delle aree verdi. Una scelta ecologica per ridurre l’inquinamento e favorire l’integrazione tra città e campagna”, si legge in una nota.
Esempi di eco-pascolo esistono già e basta restare dentro le mura della Capitale: al Parco della Caffarella infatti, come spiegato da Anna Innocenzi, titolare della Fattoria La Vaccareccia all’interno del parco in zona Appia Antica, le pecore si occupano della cura del verde. “Con le nostre 2000 pecore teniamo pulito tutto il parco – ha detto Anna Innocenzi a Repubblica.it – anche con l’aiuto di un trattore. Ma chiaramente c’è bisogno di una piccola area di rimessa dove metterle di notte”. Guardando all’Italia, ci sono stati casi simili a Ferrara e Torino. Nel primo caso infatti, il Comune ingaggiò nella primavera del 2016 un gregge di 700 pecore del pastore bresciano Massimo Freddi, con lo scopo di far tosare in modo naturale il verde della città a ridosso delle Mura Estensi, tra via Bacchelli, via Gramicia e un pezzo del Parco Urbano Bassani, per un mese. Diversi furono i problemi a cui il gregge dovette far fronte: multe per questioni di vaccinazioni valide solo per la Lombardia e non per l’Emilia Romagna, così come problemi relativi al cane pastore legato, pratica in contrasto con le norme sul benessere animale presenti in Regione. Tuttavia, l’esperienza è stata replicata anche nel 2017. In Francia invece il giovanissimo Paul Letheux, classe 1993, ha fondato la startup GreenSheep. Grazie ad un team formato da pastori ma soprattutto dal suo gregge di 300 pecore nane dell’isola bretone di Ouessant, porta avanti la pratica dell’eco-pascolo nel territorio francese.