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L’eco-cemento fatto con le ceneri vulcaniche

Un team di ingegneri ha scoperto che polverizzare la cenere vulcanica e aggiungerla alla miscela cementizia rende il processo più “verde” e il materiale più resistente

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(Rinnovabili.it) – C’è quello che incorpora fibre di vecchi pneumatici, quello creato a partire da polistirolo riciclato e persino quello prodotto con acqua ossigenata e birra. Quando si parla di cemento, gli esperimenti per realizzare versioni più ecologiche non mancano. Il settore, che rappresenta oggi circa il 5% delle emissioni globali di CO2, è alla continua ricerca di soluzioni che possano alleggerire la propria impronta ci carbonio. In questo filone d’eco-innovazione si inserisce anche il lavoro svolto dal MIT di Boston. Un team di ingegneri in collaborazione con alcuni scienziati del Kuwait, ha scoperto che polverizzare la cenere vulcanica e aggiungerla alla miscela cementizia rende non solo il processo più “verde” ma anche il materiale stesso più resistente.

 

Questa cenere possiede numerosi vantaggi, per così dire, sostenibili: è naturalmente disponibile, è generalmente considerata un materiale di scarto ed ha proprietà intrinseche “pozzolaniche”, il che significa che, sotto forma di polvere finissima può legarsi naturalmente con acqua e altri materiali per formare paste simili al cemento.

 

In un articolo pubblicato online sul Journal of Cleaner Production, i ricercatori spiegano che ci vorrebbe circa il 16% di energia in meno per costruire un quartiere pilota con 26 edifici in cemento “corretto” con il 50% di ceneri vulcaniche, rispetto a quella necessaria per realizzare le stesse strutture ma con il cemento Portland tradizionale.

Ma, avvertono gli  ingegneri, è necessario calcolare la giusta percentuale da aggiungere alla miscela. Il processo di macinazione della cenere vulcanica, infatti, richiede energia, che a sua volta aumenta l’energia incorporata della struttura risultante. Deve esistere, quindi, un compromesso tra la forza di una struttura in cemento e l’energia spesa. Il rapporto varia in base all’utilizzo finale. “Puoi personalizzarlo”, spiega Oral Buyukozturk, professore nel Dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale (CEE) del MIT. “Se è per un blocco del traffico, ad esempio, potresti non aver bisogno di tutta la forza necessaria invece per realizzare un grattacielo. Quindi potresti produrre il blocco con molta meno energia”.

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About Author / Stefania Del Bianco

Giornalista scientifica. Da sempre appassionata di hi-tech e innovazione energetica, ha iniziato a collaborare alla testata fin dalle prime fasi progettuali, profilando le aziende di settore. Nel 2008 è entrata a far parte del team di redattori e nel 2011 è diventata coordinatrice di redazione. Negli anni ha curato anche la comunicazione e l'ufficio stampa di Rinnovabili.it. Oggi è Caporedattrice del quotidiano e, tra le altre cose, si occupa delle novità sulle rinnovabili, delle politiche energetiche e delle tematiche legate a tecnologie e mercato.