Conclusa l’ispezione di un tratto del Canale Principale con il primo Remoted Operated Vehicle. L’attività straordinaria ha permesso la verifica della conduttura senza interrompere il flusso
(Rinnovabili.it) – A settembre di quest’anno la Puglia ha presentato la propria strategia anti emergenza idrica: un piano fatto di prevenzione e innovazione e condiviso ovviamente con Aqp, la società che gestisce l’acquedotto regionale. Le prime misure sono state già attuate e rispecchiano in pieno quel carattere di novità preannunciato. Basta guardare al programma di riqualificazione della rete idrica regionale che, per la prima volta in Italia, si è affidato alla robotica telecomandata (Remoted Operated Vehicle – ROV) per stanare danni e perdite lungo le tubature.
Nello specifico, AQP ha testato, in un tratto del Canale Principale dell’acquedotto, le funzionalità di un nuovo drone subacqueo a comando remoto dotato. Il piccolo robot, dotato di videocamera rotante ad alta risoluzione e sistema sonar, ha ispezionato la rete alla ricerca del guasto. E lo ha fatto senza dover interrompere il flusso, evitando disagi ai cittadini.
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L’operazione ha richiesto due giorni di inteso lavoro, durante i quali i personale di Aqp ha seguito il viaggio del drone sommergibile, monitorando la rete e acquisendo dati e informazioni necessari a pianificare gli interventi per il risanamento del Canale.
L’alta tecnologia si fa spazio dunque nel ciclo dell’acqua e mette a segno i primi risultati positivi. Come spiega la stessa società in una nota stampa “Finora, l’attività ispettiva ha richiesto la interruzione del flusso e veniva svolta da tecnici. La tecnologia ROV sperimentata oggi con successo, presenta indubbi vantaggi. Maggiore sicurezza per i lavoratori che non devono più introdursi nel Canale e minori costi”.
In realtà non si tratta del primo intervento innovativo nel settore. Quando si tratta di sperimentare, il comparto idrico pugliese si presta a essere un laboratorio di novità. Lo dimostrano anche lavori per il rinnovamento delle quattro condotte disposte lungo il ponte di Punta Penna – Pizzone, destinate all’alimentazione idrica dell’abitato di Taranto. “Un progetto – sottolinea Acquedotto Pugliese – che per particolarità di approccio scientifico e complessità di esecuzione rappresenta un esempio tra i più significativi a livello internazionale, nell’ambito della tecnologia close fit lining, per lunghezza del tratto da risanare, specificità dell’area di intervento e difficoltà realizzative”.
L’intervento consiste nell’inserimento all’interno della condotta di un tubo nuovo in polietilene ad alta resistenza, temporaneamente deformato e che, successivamente, viene riportato alla forma e alle dimensioni volute, in modo da aderire perfettamente (close-fit) alla parete interna delle strutture esistenti. In questo modo si evita una riduzione significativa della sezione idraulica, prolungando la vita delle condotte di altri 80 anni.
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