Semplificare e snellire le procedure amministrative in materia di urbanistica, edilizia e ambiente e promuovere il riuso del patrimonio esistente. Le proposte del Cnappc al nuovo DL Fare.,
(Rinnovabili.it) – Promuovendo il Riuso del patrimonio esistente, lo snellimento amministrativo e l’abolizione dei regolamenti comunali attraverso il nuovo DL Fare: sono solo alcune delle idee programmatiche redatte dal Cnappc e presentate al Viceministro De Luca.
La parola chiave del documento redatto dal Consiglio nazionale degli architetti, pianificatori, paesaggisti e conservatori, è semplificazione, per ridurre gli sprechi, ottimizzando le risorse e, soprattutto, migliorare la qualità del dialogo tra i cittadini, i professionisti e le PA.
Per il Consiglio Nazionale “è urgente uscire dal paradosso, tipicamente italiano, che vede il nostro Paese essere quello, a livello europeo, che ha la maggiore quantità di regole che riguardano l’edilizia la tutela del territorio, ma che convive, allo stesso tempo, con un’inaccettabile quota di abusivismo edilizio”.
Partendo da questo presupposto il Cnappc ha redatto alcune proposte da sottoporre al Viceministro delle Infrastrutture per un nuovo DL Fare.
- Superamento del vecchio Piano regolatore in favore del Piano di gestione del territorio e degli 8 mila regolamenti edilizi, uno per Comune, vera e propria aberrazione culturale e normativa tutta nazionale;
- istituire le Agenzie di semplificazione degli architetti che, in regime di certificazione, aiutino i professionisti a verificare i progetti e la compatibilità normativa;
- annullare e ridurre gli oneri sulle attività di Riuso di edifici, non vincolati, che vengano radicalmente recuperati o sostituiti;
- procedere alla liberalizzazione delle destinazioni d’uso contestualmente alla decisione di mettere il patrimonio pubblico sul mercato, essendo altamente improbabile che qualcuno intenda comprare, tout court, una caserma o un ospedale dismessi.
- partecipazione obbligatoria alle conferenze di servizi – telematiche e asincrone – di tutti i soggetti e enti pubblici, comprese le Soprintendenze;
- impegno per una maggiore certezza del diritto – una delle cause maggiori di fuga degli investitori e del piccolo abusivismo – attraverso la pubblicità dei progetti e con date certe per obiettare;
- pubblicazione di Linee Guida nazionali antincendio da parte del Ministero degli Interni, per evitare interpretazioni di un singolo funzionario da città a città.
“Siamo finiti in un vero e proprio labirinto regolamentare”, prosegue il Consiglio Nazionale, “nel quale sono state seppellite anche alcune norme , potenzialmente innovative quando furono varate”. “Ora è tempo di intervenire – continua – per una semplificazione vera, che con l’innovazione di norme esistenti, crei le premesse perché gli interventi di trasformazione del territorio e degli edifici siano fatti sulla base di regole chiare, tempi certi e assunzioni di responsabilità da parte del settore pubblico, così come dei privati. Le nostre non sono proposte astratte dal contesto, ma sono consapevolmente mirate a perseguire una strategia di Rigenerazione Urbana Sostenibile, per ridurre il consumo del suolo e incentivare il riuso di ciò che già esiste, risparmiando energia e aumentando il comfort abitativo”.