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Digestione anaerobica: in Uk nuova ondata di finanziamenti

Digestione anaerobica: in Uk nuovo fondo da 3 mln di sterline(Rinnovabili.it) –  Presto nel Regno Unito istallare impianti di digestione anaerobica (AD) presso la propria azienda agricola sarà più semplice e meno costoso. Il governo ha infatti comunicato di voler finanziare la metà del costo dei nuovi impianti per favorirne la diffusione sul territorio e ridurre così la mole di rifiuti incentivando, al tempo stesso, l’auto produzione di energia.

 

Lo schema di prestito, subito apprezzato dall’intero settore del waste-to-energy, metterà a disposizione 3 milioni di sterline per aiutare gli agricoltori a produrre energia dai rifiuti agricoli. Grazie alla nuova iniziativa, chi interessato potrà ottenere fino ad un massimo di 400mila sterline che dovranno servire per coprire la metà del costo dell’istallazione di un digestore anaerobico in loco con una capacità inferiore a 250 kW. La tecnologia in questione è in grado di catturare il metano rilasciato dalla decomposizione dei rifiuti organici come il cibo e i liquami,  gas che in  un momento successivo viene bruciato per produrre calore ed elettricità, mentre il residuo rimasto viene utilizzato come fertilizzante.

 

La tecnologia AD ha un enorme potenziale di riduzione del costo delle bollette energetiche e dell’acquisto di fertilizzanti per gli agricoltori che, nel caso in cui si trovassero a produrre più energia di quanta necessaria alle loro esigenze, avrebbero anche la possibilità di venderla alla rete con un ulteriore guadagno.

A tal proposito il Segretario britannico all’Ambiente Owen Paterson ha specificato che il nuovo “On Farm AD Fund” dovrebbe contribuire a superare le barriere di finanziamento e di investimento stimolando l’espansione del settore. “Trattare con i rifiuti e il riciclaggio è un bene per l’ambiente ed è in grado di stimolare la crescita economica e creare posti di lavoro”, ha dichiarato Paterson.

“Questo finanziamento prevede la possibilità per gli agricoltori di tutto il paese di valutare se la tecnologia AD è adatta alle loro aziende agricole, al fine di ridurre gli sprechi, ridurre le emissioni di gas a effetto serra e riciclare nutrienti preziosi di nuovo alla terra.”

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