Il filtro in grafene ideato dal giovanissimo Perry Alagappan costa poco, è riutilizzabile, open source e rimuove il 99% dei metalli pesanti dall'acqua
(Rinnovabili.it) – Clorazione, distillazione, ebollizione e filtrazione ad alta tecnologia. Tutte tecniche per la depurazione dell’acqua dai costi troppo alti per alcune zone del mondo, nonché spesso dipendenti dai combustibili fossili. Ci voleva un ragazzo prodigio come Perry Alagappan, 18 anni, di Houston, per inventare un nuovo dispositivo di filtraggio in grado di trovare una soluzione economica e semplice.
«Mi sono interessato alla depurazione delle acque quando ho visitato i miei nonni in India – ha detto Perry Alagappan – e ho visto con i miei occhi come i rifiuti elettronici avevano gravemente contaminato l’ambiente». Contrariamente alle attese, il ragazzo non brevetterà l’invenzione, ma intende condividerla con il mondo: «La scienza deve essere a disposizione di tutti. Se si trattengono idee che potrebbero avere grande potenziale si blocca il progresso. Solo se le persone che vengono da Paesi diversi si incontrano è possibile andare avanti».
Riutilizzabile e open source, il filtro al grafene potrebbe essere di grande utilità sia nel trattamento delle acque reflue sia nella depurazione dell’acqua potabile, soprattutto nei Paesi in via di sviluppo. Qui il problema dell’acqua sarà sempre più sentito e pressante nei prossimi anni, e l’innovazione può contribuire a trovare soluzioni. Alagappan ha ottenuto di poter studiare alla Stanford University, e prevede di pubblicare i suoi risultati sulla rivista scientifica Nature Materials. La produzione commerciale dei filtri potrebbe iniziare subito, ha detto, in un impianto a Swansea, nel Galles, dove materiali simili sono già prodotti su scala industriale.