(Rinnovabili.it) – La nuova bozza del Decreto Inceneritori è pronta ad essere discussa dalla Conferenza Stato Regioni, sul cui tavolo arriverà domani 20 gennaio. In attesa di capire cosa uscirà dalla negoziazione politica tra le Amministrazioni centrali e il sistema delle autonomie regionali, c’è già chi mette in chiaro tutte le criticità del nuovo testo.
Testo che, a dirla con le parole di Zero Waste Italy, Fare Verde, Greenpeace, Legambiente e WWF Italia, cambia leggermente la forma ma conferma gli stessi “assunti erronei pro-inceneritori di quello precedente”.
Cosa cambia nel nuovo decreto inceneritori
Leggendo bene si scopre infatti che l’unica consistente novità rispetto alla versione di agosto 2015 è l’eliminazione dei 3 nuovi inceneritori previsti al Nord (in Piemonte, Veneto, Liguria). Per il resto tutto uguale, a partire dalla principale argomentazione del provvedimento: puntare sull’incenerimento quando l’andamento della produzione di rifiuti solidi urbani è da anni in calo.
La bozza conferma la previsione di 9 nuovi inceneritori strategici e l’ampliamento di un paio di impianti in Puglia e Sardegna, senza, sottolineano le associazioni, avere nessuna connessione logica con gli scenari incrementali previsti dal nuovo Pacchetto europeo sull’Economia circolare né con il Collegato ambientale alla Legge di Stabilità 2014.
“La nuova Bozza di Decreto, pur riducendo gli inceneritori strategici da 12 a 9 conferma gli assunti erronei pro-inceneritori di quello precedente, a partire da quello principale e più marcatamente sbagliato: pretrattamento dei rifiuti urbani residui (RUR) = incenerimento”, scrivono ambientalisti e comitati in una lettera indirizzata al ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti.
L’errore è a monte: il decreto inceneritori parte dal presupposto che per corrispondere alle necessità di trattamento del rifiuto, obbligo previsto dalla Direttiva 99/31 sulle discariche, sia necessario far passare il RUR attraverso sistemi di trattamento termico. “Ma non è così, e lo ribadiamo al Ministro dell’Ambiente Galletti, che con questo assunto testimonia il suo sbilanciamento a favore dell’incenerimento, in contrasto con le sue dichiarazioni pubbliche”. La bozza inoltre non rivede i calcoli per le Regioni con nuove programmazioni in corso di preparazione ma si limita a prevedere la possibilità di revisione periodica delle previsioni “in presenza di variazioni documentate”; vale a dire a consuntivo e non in base alle previsioni delle programmazioni regionali per il futuro.
“Questo documento, inoltre, – concludono le associazioni – non tiene conto delle programmazioni che in vari territori si stanno sviluppando in altra direzione (impianti di pretrattamento a freddo intesi al recupero di materia, cosiddette “Fabbriche dei materiali”) con l’obiettivo di accompagnare una ulteriore crescita delle raccolte differenziate“.