Approvato lo schema di decreto interministeriale sull'utilizzo agronomico del digestato. Galletti: "individuata soluzione giusta per rafforzare la sostenibilità ambientale delle produzioni agricole"
(Rinnovabili.it) – “Abbiamo risolto definitivamente una questione aperta da troppo tempo come quella sul digestato”. Con queste parole il ministro delle Politiche Agricole Maurizio Martina ha annunciato ieri l’approvazione da parte della conferenza Stato Regioni dello schema del “decreto digestato”. Il provvedimento interministeriale introduce revisione delle norme relative alla gestione degli effluenti di allevamento e sull’utilizzazione agronomica di questo sottoprodotto organico ottenuto dagli impianti di digestione anaerobica.
La svolta nell’iter redazionale del testo si era raggiunta questa estate con la riunione del tavolo di lavoro sui nitrati, cui hanno preso parte anche i rappresentanti delle Regioni maggiormente interessate all’attuazione della direttiva nitrati e delle organizzazioni di categoria. In quell’occasione l’analisi si era soffermata su alcuni aspetti di particolare rilevanza tra cui anche la possibilità di utilizzare metodi alternativi al limite di spandimento di 340 kg/ha di azoto nelle zone non vulnerabili.
“Con il decreto – ha aggiunto il Ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti– si individua la soluzione giusta per rafforzare la sostenibilità ambientale delle produzioni agricole, consentendo allo stesso tempo una diversificazione delle attività che rappresenta una novità positiva di crescita per le imprese. Le aziende potranno infatti valorizzare gli scarti di produzione e produrre energia da fonti alternative, operando in linea con gli obiettivi energetici italiani ed europei”. La nuova disciplina infatti, frutto di una lunga fase di incontri e un’approfondita istruttoria, introduce nelle legge nazionale importanti novità a partire bipartizione del digestato in agrozootecnico ed agroindustriale e dal divieto di utilizzazione agronomica di questo sottoprodotto in caso di immissione negli impianti di colture che provengano dai siti di bonifica.
Inoltre il DM prevede:
• condizioni di parificazione ai concimi di origine chimica, attraverso un’esecuzione di analisi chimiche al digestato in uscita dagli impianti ed il calcolo dell’azoto tramite l’effettivo fabbisogno delle colture, così da garantire il rispetto dell’ambiente;
• flessibilità della collocazione temporale del periodo obbligatorio di 60 giorni di divieto di spandimento degli effluenti;
• introduzione di una graduale limitazione all’uso di colture no food alternative all’utilizzazione agricola dei terreni coltivati.
“Ora – ha concluso Martina – siamo pronti per un intervento sulle zone vulnerabili e ci impegniamo entro poche settimane a presentare richiesta alla Commissione europea. Insieme al Ministero dell’Ambiente proseguiremo il lavoro di concerto per una revisione della Direttiva Nitrati, per adeguarla ai più recenti studi scientifici, che hanno dimostrato il limitato contributo del settore agricolo a questo tipo di inquinamento delle acque”.